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Data storica: il 22 Gennaio 1960di Alfredo Bruno Erano in pochi a scommettere per Paul Pender sul ring del Boston Garden visto che aveva di fronte una leggenda del calibro di Ray Suga Robinson che veniva dalla sua ennesima riconquista, ottenuta l’ultima volta ai danni di Carmen Basilio. Pender, un ex vigile del fuoco, nonostante fosse più giovane di 8 anni, non sembrava poter impensierire il fuoriclasse di Harlem. Pender veniva da una bella serie di successi, ma in pratica aveva fallito in precedenza le prove più importanti contro Gene Fullmer, Gene Hairston, ma soprattutto pesava la sua sconfitta contro Joe Rindone, che Robinson aveva massacrato al suo rientro. Quello che si presentò sul ring quella sera era la brutta copia di “Sugar”, riflessi appannati, senza idee. Per Pender fu un gioco da ragazzi batterlo in 15 round. Quel declino che si stava facendo strada già nei duri matches con Basilio quella sera aveva preso corpo come l’immagine sbiadita senza connotati. Lo sfidante aveva svolto con diligenza la sua tattica lasciando sfogare Robinson nei primi 6 round, poi ha cominciato a intensificare i suoi colpi, soprattutto il jab sinistro. Il campione replicava con sempre maggiore affanno e alla fine del 15mo round fu stilato un verdetto a maggioranza, criticato dal pubblico prima e dalla stampa poi. Il nome di Robinson faceva ancora presa soprattutto al cospetto di quello che rappresentava a quel momento un illustre sconosciuto. Pochi mesi dopo ci fu la rivincita ma il risultato non cambiò. Pender aveva una boxe stile europea che non piaceva al pubblico americano. Ma che non fosse una meteora lo dimostrò nelle sue difese contro Carmen Basilio e l’inglese Downes. Anzi si ritirò da campione del mondo rinunciando a possibili guadagni con Giardello, Fullmer e Tiger. Fu l’unico pugile ad aver battuto Robinson, specialista nelle rivincite, per due volte. Nonostante ciò il suo nome non ha lasciato segno nel ricordo degli appassionati. Fisicamente era molto resistente, ma non aveva potenza. Le sue mani erano fragili, per questo aveva studiato il sistema per prendere meno colpi possibili con una boxe intelligente e sfuggente. Qualcuno lo ha paragonato a Billy Conn, ex campione dei mediomassimi e strenuo avversario di Joe Louis. Alfredo Bruno |
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