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Tra Junior e Youth dieci medaglie che lanciano le azzurre ai vertici europeidi Giuliano Orlando Attiva dal 2008, con la prima edizione svoltasi a Yambol in Bulgaria, la rassegna giovanile (jr. e youth) del boxing femminile è l’ultima arrivata nel calendario europeo, sia pure in anticipo sui mondiali, battezzati nel 2011 ad Antalya in Turchia. L’Italia ha esordito in campo europeo nel 2012 sul ring di Wladyslawowo in Polonia con tre rappresentanti nelle youth (Cosenza, Canonica e De Felice) e altrettante junior, due delle quali, lasciarono la Polonia con preziosi bronzi: la piacentina Roberta Bonatti 46) e Irma Testa (50), talento campano di Torre Annunziata, allieva degli Zurlo, allora quindicenne, il primo segnale di una carriera che l’ha già portata a mettere nella bacheca due medaglie iridate: oro jr. (2013) e argento youth quest’anno a Sofia nei 51 kg. oltre al fresco titolo europeo ad Assisi salendo a 54 kg. Una potenziale Galassi, con un bagaglio tecnico non inferiore e il vantaggio della verde età. Ad Assisi la azzurre, sotto la guida di Emanuele Renzini che si avvale di uno staff decisamente di qualità (medici, fisioterapisti e mental coach) hanno superato ogni più ottimistica previsione. Come dimostrano le dieci medaglie complessive, che non sono il frutto di combinazioni favorevoli, nulla è stato regalato alle italiane, semmai un pizzico di rimpianto per qualche verdetto sul filo dell’equilibrio dato alle avversarie. Vedasi il successo della russa jr. Khuzakhmetova, poi oro, contro la Gioia in semifinale. Ma ci sta tutto questo, in un torneo lungo e faticoso. Quello che a mio giudizio conforta è il livello medio della squadra junior più che delle youth, brave ma con qualche categoria ancora sguarnita. Tra le più giovani sono salite sul podio in sette e tre hanno conquistato con pieno merito l’oro, le altre il bronzo. Tutte hanno ottimi fondamentali e stanno costruendosi un bagaglio tecnico a cui accoppiano la fantasia di una boxe che non è quella statica di un tempo, ma un prezioso gioco di movimento e scelta di tempo, spesso a guardia bassa ma raramente senza un senso logico. La tre vincitrici hanno mostrato una bellissima boxe, mettendo in riga avversarie sulla carta più quotate. Nei 46 kg. Maddalena Barretta della gloriosa Excelsior di Marcianise, casertana allieva di Brilantino, ha tenuto sotto controllo la bulgara Todorova che si era sbarazzata della russa Lishchenko in semifinale, ancor meglio ha fatto Concetta Marchese, altra campana, nei 57 kg. offrendo boxe spettacolo con cambiamenti di passo, oltre ad una varietà di colpi cha fanno sperare di poter affiancare alla Testa, una nuova protagonista di vertice. Ha dominato la russa Kopeykina, che si era fatta largo dimostrando potenza e mestiere a spese della magiara, dell’irlandese e della turca. Altro capolavoro, quello della Carini (66), nata alla Boxe Matesina (dedica la vittoria al papà), allieva del grande Corbo, contro una scatenata Isayeva, vincitrice di tornei internazionali e una delle punte russe. Non è stata una passeggiata perché l’italiana pagava il gap atletico a favore della rivale, un carro armato, per fortuna senza il talento dell’italiana che ha supplito all’handicap della minore forza con la precisione e gli spostamenti. Onore anche alle altre, la Gioia, la Garofalo poco fortunata contro l’inglese Jones, vincitrice e bronzo mondiale nei 50 kg., la Gallo e la Cammarota, che faranno tesoro dell’esperienza di Assisi. Ancora tenera la Albini ma lo si sapeva. Tra le youth, discorso molto più difficile, perché molte delle atlete viste all’opera puntano tutto sulla forza e dimostrano ben più più dell’età anagrafica (17-18 anni). Nelle categorie pesanti (75, 80 e +80) la turca Busenaz e le russe Kalacheva e Shishmareva fanno parte dei soggetti che farebbero paura anche ai maschi, tanto sono pesanti i colpi che scagliano. Molto potente l’inglese Reid nei 70 kg. ma su livelli normali, come la sua avversaria polacca Gojko dalla boxe speculare, ma meno resistente sui 4 round. L’argento di Monica Floridia nei superleggeri, reduce dal bronzo mondiale a Sofia dello scorso aprile, è il frutto di una torneo molto positivo, costruito con i successi sulla turca Satlmis e l’azera Jabralova di una linea sotto la nostra. In finale ha vinto la vigoria fisica della russa Nemtseva, inferiore tecnicamente come dimostrato nel primo round, quando l’azzurra ha fatto valere anticipo e spostamenti, poi la stanchezza ha giocato un ruolo predominante, anche se la differenza è stata di una sfumatura, col quarto round che meritava la Floridia. Ottimo il bronzo della Martusciello, in bella crescita, capace di non farsi travolgere dalla svedese Alexiusson, forte e completa, che non ha trovato ostacoli per arrivare all’oro, neppure contro la tosta irlandese O’Neill, che le ha tentate tutte, ma invano, per farcela. Poco concreta la Bonatti (51), mentre la Ferlick ha cuore, ma ancora non riesce a coordinare le azioni offensive. Al momento il nostro vivaio limitato ma di ottima qualità, non annovera ragazze oltre i 70 kg. ma non è detta l’ultima parola. L’immagine delle nostre azzurre vincenti dovrebbe dare una spinta ulteriore al movimento in rosa. Rinnovo i complimenti ai gruppo azzurro, sicuro che questo gruppo ha molte frecce all’arco per salire in alto. Non ero presente ad Assisi, anche se per onore di verità, il presidente europeo e vice mondiale Franco Falcinelli, mi ha telefonato invitandomi a titolo personale, alla rassegna. Invito giunto all’ultima ora e, sia pure con rammarico, non onorato. Ugualmente ho seguito i campionati per la sua durata, non perdendomi nessun incontro di semifinali e finali dal computer. Per questo mi sono permesso di dare qualche giudizio personale... Giuliano Orlando |
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