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Ultimo round fatale per Giovanni De Carolisdi Alfredo Bruno Mancavano 19" alla fine del match tra Giovanni De Carolis e Tyron Zeuge quando l’arbitro Ramirez decretava lo stop. Il nostro pugile era in difficoltà e lo si capiva da alcuni fattori ben visibili, ma soprattutto dal fatto che non replicava. Finire il match non avrebbe cambiato niente, il tedesco avrebbe probabilmente vinto ai punti. Il sogno di Giovanni, ma anche il nostro che seguivamo con attenzione il miracolo da lui compiuto, la favola di un campione che era arrivato al titolo mondiale contro tutto e tutti. Inutile recriminare con i ma e i se. La boxe di livello mondiale sembra essere scomparsa da casa nostra. Non si trovano i soldi per organizzare, qualcuno prova a dire che non ci sono, ma è una bugia pietosa. Non ci si azzarda più su uno sport che piace, che appassiona, per certi versi forse il più importante, perchè quello che trasmette più sensazioni, per il semplice fatto basato sui numeri, perchè oggi con una mano si dà, ma c’è subito pronta l’altra per ricevere. Detto questo prendiamo atto del risultato inappellabile, anche se sappiamo che sotto sotto ci sono mille e un motivo che hanno determinato la sconfitta. Nella prima metà del match c’era stata l’illusione per i fans di De Carolis di potersene tornare a casa per festeggiare. Il romano aveva imposto un ritmo non gradito all’avversario, i suoi colpi che partivano più veloci davano l’immagine di maggiore consistenza. Poi pian piano le cose si sono capovolte e il tedesco riusciva a imporre la media distanza a lui più congeniale, dove il sinistro, in diretto e in gancio, trovava la strada per andare a segno con più facilità. Ma diciamo subito che forse i colpi migliori erano pur sempre quelli di De Carolis. Lì qualcosa si è rotto… a cominciare da quelle certezze psicologiche di cui le pagine scritte con i guantoni sono piene. Dopo l’ottava e nona ripresa si è capito che chi aveva più birra in corpo era Zeuge, nonostante il ritorno del romano nel 10mo e 11mo round, e che la strada era segnata fino al punto d’arrivo delle due cadute nel 12mo round seguite dall’intervento arbitrale. Alfredo Bruno |
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