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Sitri alla seconda prova con Scarponidi Priminao Michele Schiavone Il toscano Mario Sitri difese il titolo italiano dei pesi gallo il 6 aprile 1960 contro Federico Scarponi, al quale aveva tolto la corona cinque mesi prima, nella città marchigiana di Ascoli Piceno, e lo mantenne dopo aver ottenuto il risultato di parità deciso dopo 12 riprese. Sitri aveva conquistato la cintura il 21 novembre dell’anno precedente a Milano con il verdetto di squalifica stabilito dall’arbitro nell’undicesima frazione. Sitri nacque il 29 gennaio 1936 a Livorno, dove debuttò al professionismo il 24 gennaio 1958. In precedenza aveva vinto per due anni di seguito la fascia tricolore dei dilettanti: nel 1956 a Parma tra i pesi gallo, nel 1957 a Bologna come peso piuma, categoria nella quale si guadagnò la medaglia d’argento ai campionati europei del 1957 a Praga, nella Cecoslovacchia. Vestì la maglia azzurra in molte competizioni internazionali, anche alle olimpiadi di Melbourne, in Australia, dove nel 1956 perse nella seconda fase delle eliminatorie al secondo match. Dopo quattro risultati affermativi riportò la prima sconfitta dal sardo Angelo Priami, contro il quale aveva iniziato positivamente la carriera a torso nudo. Riprese a vincere, anche contro Priami fino all’incontro con il già sconfitto milanese Alberto Scipioni, che lo superò grazie a una squalifica nel marzo 1959 a Roma. Dopo tre confronti dall’esito favorevole riportò due insuccessi dinanzi ai fratelli argentini Carlos ed Ernesto Miranda. Nel match seguente vinse il suo primo campionato professionistico. Archiviata la difesa italiana con Scarponi il 4 giugno 1960 a Roma cedette ai punti al mancino spagnolo Mimoun Ben Ali, futuro campione nazionale ed europeo. Il 6 agosto a Cagliari consegnò la cintura italiana dei pesi gallo dopo 12 tempi al guardia destra locale Piero Rollo, già titolare nazionale e continentale della categoria. Ritornò a combattere tra i pesi piuma e si affermò sul ligure Alberto Serti e sul lombardo Giuseppe Fanfoni. Nell’aprile 1961 a Perugia una ferita lo costrinse alla sconfitta dinanzi al francese Jean Houbloup. Il 28 agosto a Messina conquistò la seconda cintura italiana, fecendo sua la vacante dei pesi piuma a spese del lombardo di origine veneta Lino Mastellaro, superato ai punti dopo 12 riprese. Incrociò i guantoni con Sergio Milan e vinse sulla distanza delle 8 riprese, poi cedette in 10 tempi al tedesco Willy Quatuor sul ring di Milano, quindi costrinse all’abbandono il belga Lambert Dumont. Iniziò l’anno seguente con una sconfitta da Antonio Paiva, brasiliano arrivato da pochi mesi in Italia. Il 22 febbraio a Milano mise in palio il titolo italiano dei pesi piuma contro il siciliano Michele Gullotti e lo mantenne al termine delle 12 riprese. Tornò a mettere in gioco la cintura tricolore il 30 aprile a Bologna, nei confronti di Raimondo Nobile, bolognese di origine siciliana che già aveva tenuto quella fascia: il match arrivò al limite delle 12 sessioni e il verdetto fu favorevole allo sfidante. Sitri aggiustò il palmares con due vittorie a scapito del milanese Renato Galli e dello spagnolo Rafael Gayo, per riproporre la candidatura al campionato nazionale dei piuma, divenuto nel frattempo vacante, e il 7 dicembre a Roma affrontò per la seconda volta Lino Mastellaro, cedendo ai punti in 12 tempi. Nel 1963 pareggiò a Brussels con il belga Jean Pierre Cossemyns; perse in Ghana con il locale Joe Tetteh; si confrontò nuovamente con il tedesco Willy Quatuor, perdendo ancora una volta, in Germania; superò il brasiliano Antonio Ferreira ma rimase ancora indientro nel punteggio con l’altro brasiliano Antonio Paiva; chiuse la stagione con un successo sull’argentino Hector Omar Oliva. L’anno seguente riportò altri due successi contro l’argentino Ernesto Martinsen e il brasiliano Jose Gaetano Dos Santos, poi perse a Morecambe, in Gran Bretagna, dall’inglese Frankie Taylor e a La Spezia dal locale Carmelo Coscia. Nel 1965 salì sul ring tre volte, riportando altrettante sconfitte: a Copenaghen, Danimarca, contro il ghanese con licenza danese Love Allotey, a Madrid, Spagna, dal cubano Jose Legra, in seguito diventato spagnolo, capace di vincere il campionato europeo e la cintura mondiale WBC, ad Alghero per verdetto di squalifica nella sfida portata al campione italiano Andrea Silanos, nel tentativo di riconquistare il titolo che gli era appartenuto fino a tre anni prima. L’anno successivo lo vide impegnato in Australia dove impegnò per 12 riprese i locali Johnny Famechon, futuro campione iridato WBC, e Arthur Bradley. Al ritorno in Italia aumentò di peso e superò Pietro Salvi e Antonio Ruggeri prima di essere squalificato dinanzi a Giancarlo Medri. Nel 1967 continuò a combattere tra i superleggeri, cedendo al forlivese Pietro Vargellini e al cubano Angel Robinson Garcia, per poi affermarsi nei confronti di Lodovico Bellavita. Continuò a frequentare la palestra ancora per un anno e il 21 settembre 1968 salì sul ring per l’ultima volta a Cremona, dove perse ai punti sulle 8 riprese dal locale Giampiero Salami. Lasciò la città lombarda dopo aver sostenuto l’incontro numero 60: 33-25-2. Primiano Michele Schiavone |
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