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NDIAYE PAREGGIA CON REBRASSELa campagna d’Italia del francese Christopher Rebrasse si è infranta alla lettura dei cartellini fatta dall’annunciatore Valerio Lamanna al termine del confronto combattuto contro Mouhamed Ali Ndiaye, italiano di origine senegalese. Il primo viaggio in Italia, avvenuto nel novembre scorso, è stato positivo per il risultato ottenuto a spese dell’italiano Andrea Di Luisa e la conquista della vacante cintura dell’Unione europea. Ieri sera, sul ring montato nel PalaPentassuglia di Brindisi, dopo 12 riprese dirette dall’arbitro tedesco Juergen Langos, valevoli per la vacante cintura europea dei pesi supermedi, il risultato è stato di parità. Il primo cartellino introdotto, derivato dalla determinazione del giudice finlandese Anssi Perajoki è andato a favore dell’ospite con 119-111. Il secondo pubblicato, frutto dell’abilità dello spagnolo Manuel Oliver Palomo, ha sconfessato la valutazione del collega con un salomonico 114-114. Il terzo rivelato, sentenziato dall’altro spagnolo Francisco Vazquez Marcos ha ricondotto il giudizio finale al pareggio con 115-114 a vantaggio dell’italiano. Supervisore EBU Marco Giuliani, belga di origine italiana. La contestazione del verdetto da parte dei francesi è stata plateale e scenografica. Il confronto è iniziato bene per l’italiano (nella foto di Marco Chiesa) che ha saputo scagliare il sinistro lungo. Il colpo ha avuto la valenza di offendere e prendere le misure al più alto avversario, racchiuso nella sua guardia alta ed ermetica. Il francese non ha perso tempo per ribattere alle azioni veloci che arrivavano minacciose. Rebrasse, kg 75.600, ha occupato il centro del ring con estrema facilità perché Ndiaye ha preferito muoversi all’indietro, mostrando gioco di gambe e tecnica pugilistica. Il francese ha seguitato a controllare la posizione centrale del quadrato, badando a colpire con tempismo e precisione, senza fronzoli e tecnicismi teatrali. Il tema tattico del combattimento è proseguito con la contrapposizione di una larvata superiorità tecnica pretesa dall’italiano ad una efficace azione offensiva messa in atto dal francese. Ndiaye, kg 75.300, è andato spesso a vuoto. Dopo aver fallito il largo destro rimaneva colpito dalle azioni di rimessa del francese che, con il passare delle riprese, ha saputo trovare la misura anche per i montanti precisi e tempestivi. L’italiano ha tentato più volte di mettere a segno il destro, portato troppo largo ed alto, per sbarcare sul volto dell’avversario. Rebrasse, in fatti, con piccoli movimenti del tronco riusciva ad evitare le sventole per poi portarsi a ridosso dell’opponente e scaricare colpi lunghi alternati ad uppercut di buona efficacia. La poca potenza del francese non denotava il fragore del colpo ma la traiettoria non lasciava dubbi sulla precisione chirurgica usata. Ndiaye si è affidato a colpi isolati per frenare l’avanzata del francese. L’italiano è riuscito ad imporsi nell’ultima ripresa, quando ha messo da parte la tecnica ed ha usato i pugni, quelli che servono tra le corde, per imporre la superiorità. Comunque il lungo lavoro del transalpino è stato letto in chiave molto diversa dalla sua interpretazione da due dei tre giudici. Alla fine tutto il lavoro di prevalenza è stato smentito per un verdetto di parità che lascia la corona europea dei pesi supermedi vacante. Tutto da rifare dopo 12 riprese chiare da tradurre in numeri per i cartellini dei giudici. Il primo risultato di parità riportato da Ndiaye, 33 anni registrati nell’ottobre passato, è giunto dopo 23 trionfi (13 anzitempo) ed 1 insuccesso. Rebrasse, 27 anni compiuti lo scorso ottobre, si è visto scrivere sul record il risultato di parità numero 3 a fronte di 19 vittorie (5 prima del limite) e 2 sconfitte. DI ROCCO NUOVO CAMPIONE EBUL’umbro Michele Di Rocco può vantarsi di essere il primo gitano italiano a cingere la cintura europea di pugilato. La sua ostentazione è arrivata al termine delle 12 intense e veloci combattute con l’inglese Lenny Daws. Il risultato di vittoria ai punti con decisione unanime è giunto tramite la lettura fatta al microfono dall’annunciatore Valerio Lamanna. Questi i cartellini: due 115-113 sommati rispettivamente dal tedesco Juergen Langos e dal finlandese Anssi Perajoki ed un più ampio 116-112 dello spagnolo Francisco Vazquez Marcos. Supervisore EBU Marco Giuliani, belga di origine italiana. Michele Di Rocco appena dopo la vestizione della cintura EBU / foto di Marco Chiesa Sotto la direzione dell’arbitro spagnolo Manuel Oliver Palomo, giudice per l’altro europeo della serata, i due pugili hanno offerto una prova degna del titolo conteso, quello vacante EBU dei pesi superleggeri. Il verdetto finale non fa una grinza per la decisione prodotta, anche se alcuni hanno pensato che l’italiano avrebbe meritato un riconoscimento più ampio. Di Rocco, kg 63.500, è apparso in condizioni smaglianti fin dai primi scambi. Veloce di braccia e di gambe, attento alle reazioni avversarie e pronto a replicare, per non lasciare dubbi sulla sua condotta tesa ad apparire il migliore. Il più alto Daws, kg 63.100, si è mosso con eleganza, azionando il lungo sinistro pronto ad essere doppiato dal destro. Il lavoro mobile dell’italiano lo ha tolto dalla traiettoria dei colpi estesi che l’inglese scagliava con molta convinzione. Nonostante questa denotata abilità la seconda ripresa ha registrato un taglio sull’arcata sopracciliare dell’umbro. Di Rocco ha continuato a mostrarsi un bersaglio mobile per la traiettoria statica dei pugni inglesi. Nel corso del match Daws ha perso il paradenti due volte ed è scivolato in una occasione. Anche Di Rocco è slittato in tre occasioni. Tutti nell’angolo dell’italiano, troppo intriso d’acqua. Il match è stato interessante perché alla tattica ad intermittenza dell’italiano, teso a colpire con attacchi felini e a riparare all’indietro per evitare i danni, ha fatto riscontro una calcolata azione del britannico con assidue serie che alimentavano costantemente il confronto. Non vi è stato un attimo di tregua anche se l’esperienza di entrambi li ha portati spesso a fare uso del clinch. Si è assistito ad un pugilato combattuto combinato a dimestichezze. I due pugili hanno manifestato competenza e voglia di vincere. Con il passare delle riprese la maggiore continuità di movimenti e di azione dell’italiano lo hanno reso sempre più fiducioso nei suoi mezzi. La sua aspettativa aumentava con il trascorrere dei minuti e la sicurezza alimentava costantemente. Non ha fatto mai un passo indietro per manifestare sottomissione. Tutti gli spostamenti all’indietro erano calcolati per evitare i pugni. Appena guadagnava lo spazio per ritornare ad offendere si ributtava nella mischia per lasciare i segni della sua ragguardevole potenza. Tutta la strategia dell’umbro si è tradotta in un risultato finale voluto ed ottenuto con meritato riconoscimento. Così da ieri sera Di Rocco è l’italiano numero 133 che può vantare la conquista di un titolo europeo. L’ottavo della categoria dei pesi superleggeri. Di Rocco, 31 anni compiuti lo scorso mese, ha elevato a quota 35 la cifra dei successi (15 prima del limite), contro 1 sconfitta ed 1 risultato di parità. Daws, 34 anni compiuti nel dicembre passato, ha conosciuto la sconfitta numero 3 a fronte di 25 trionfi (10 anzitempo) e 2 verdetti di parità. POSITIVA PROVA DI SPADA E DELLA ROSAI due campionati europei sono stati preceduti dalle prestazioni fornite dai romani Emanuele Della Rosa, kg 70.700, e Domenico Spada, kg 74, presentati per collaudare le condizioni in vista di probanti appuntamenti internazionali. “Ruspa” Della Rosa, 33 anni compiuti, non ha faticato a debellare il lettone Konstantin Sakara, kg 69.400. Dopo una costante azione di attacco il laziale si è imposto per arresto del combattimento nel quinto round. L’ospite ha subito tre conteggi prima di essere fermato dall’arbitro Giuseppe De Palma. Il primo atterramento è arrivato nel terzo tempo. Il secondo nella quarta ripresa ed il terzo nella quinta frazione quando l’arbitro ha ritenuto di aver visto abbastanza per Sakara, 13-29-2 (11). Della Rosa, 32-1-0 (10), è sfidante ufficiale del campione d’Europa dei pesi superwelter, il pericoloso bielorusso Siarehi Rabchenko. “Vulcano” Spada, 32 anni compiuti, non è stato da meno del suo compagno di scuderia ed ha calcato le sue orme fino ad imporsi per knockout tecnico all’ungherese Norbert Szekere, kg 73. Il romano è stato oggetto di un richiamo ufficiale nel quarto round quando ha portato un colpo basso che ha obbligato il magiaro ad un conteggio di protezione. L’arbitro Michele Contino è intervenuto nella quinta ripresa, prima per un conteggio in piedi, poi per porre fine all’inutile confronto e rispedire al suo angolo Szekeres, 13-25-3 (8). Spada, campione WBC Silver dei pesi medi, è sfidante ufficiale del campione d’Europa delle 160 libbre, l’ucraino Maksim Bursak. La serata è stata organizzata ufficialmente dalla OPI 2000 ma è stata fortemente voluta, pianificata e coordinata dal tecnico brindisino Carmine Iaia, titolare dell’omonimo sodalizio dilettantistico, con il contributo del Comune di Brindisi. Primiano Michele Schiavone |
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