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Notizie

LIBRI DI SPORT, RASSEGNA DI GIULIANO ORLANDO

 

 

 

Senna, il destino di un campione

Richard Williams -  Sperling & Kupfer – Pag. 226 – Euro 17,00.

Ayrton, non è mai morto

Intatto il carisma del grande pilota brasiliano.

L’editoria su Ayrton Senna è tra le più ricche nel mondo della F1, pur annoverando campioni indimenticabili. L’impatto fatale di quel primo maggio 1994, alla curva Tamburello nel circuito di Imola, fu un colpo al cuore non solo per gli addetti ai lavori, ma lasciò sbigottito il mondo intero come uno tsunami. Quel volto raramente sorridente, ma sempre protagonista in tutte le piste, non c’era più. A quel punto, la gente scoprì quanto Senna fosse popolare. Non solo in Brasile, la sua terra, ma ovunque fosse arrivato l’eco della tragedia. L’autore, considerato uno dei più esperti del settore, ne descrive l’atmosfera del suo ultimo viaggio, dall’Italia alla sua città, nell’aereo che ne trasporta la salma, alla processione infinita del suo popolo, della sua gente, ma anche la famiglia che lo accompagna nell’ultimo viaggio. In luce le invidie, le bugie di chi professa dolore per amore e chi per convenienza. Il percorso di un campione introverso, difficile da capire, eppure capace di catalizzare l’interesse di milioni e milioni di persone per le sue vittorie e anche per le sconfitte. L’incidente è sviscerato sia dai colleghi di pista che dagli esperti, da Fangio a Schumacher. La sua vita e le sue debolezze, la forte religiosità, i rapporti forti con i genitori e la sorella. La vita amorosa e quella sportiva, i perché di successi e ritiri, entrando nel dettaglio di ogni gara. C’è molta intimità in questo racconto che percorre le tappe di pilota super, intransigente con gli altri e ancor più con se stesso. Perfezionista al limite della mania, religioso nella tradizione di casa, erigeva un muro tra il personaggio pubblico e la vita privata. Le indagini per capire le cause dell’incidente ebbero un cammino più tortuoso delle curve dei tracciati. Il lavoro del sostituto procuratore Passarini fu lungo, paziente e difficile perché la scatola nera si era praticamente distrutta nell’urto. Neppure il filmato aiutò più di tanto. Non solo, i vari interrogatori, compresi alcuni piloti che presero parte a quella corsa, non fecero molta chiarezza. Tre anni dopo, la sentenza fu di assoluzione per tutti gli inquisiti. Cosa è rimasto nel ricordo? Oltre alla Fondazione Senna che porta avanti la sorella, una statua eretta a Imola e tante altre iniziative nel mondo. Una storia che rivela molti aspetti inediti di un pilota unico.
Giuliano Orlando
 

Papaveri e papere. Prodezze e nefandezze dei presidenti

Massimo Arcidiacono e Maurizio Nicita – Imprimatur Editore – Pag. 192 – Euro 14,50.

Ricchi e ignoranti, comici e malinconici

Per chi nel periodo delle vacanze vuole esercitarsi nella conoscenza di quel teatrino operante fino a qualche anno addietro in molte società dove il presidente figurava come padre padrone, in virtù dell’apporto finanziario, questo racconto è l’ideale lettura non solo per gli appassionati del pallone. Una passerella di costume, specchio di una società contemporanea. Gli autori, che il pianeta calcio lo bazzicano da diversi decenni, hanno sfornato una casistica imponente dei maggiori protagonisti di questo fenomeno tipicamente pallonaro. Il pregio è quello di aver raccontato con eleganza di stile e precisione assoluta i percorsi di personaggi, entrati a gamba tesa in contesti di cui spesso ignorano tutto o quasi. La loro forza è il denaro, che spendono per ottenere l’attenzione dei media, rimediando spesso figure grottesche. Da Gaucci a Massimino sponde Perugia e Catania, ma pure Dall’Ara (Bologna), Calleri e Cragnotti (Lazio), Lagaresi (Cesena), Rozzi (Ascoli), Bellomo (Monopoli), Ciarrapico e Sensi (Roma). Scopri l’ironia graffiante di Prisco, interista integrale,  l’umorismo di Gianni Agnelli. Deliziosi i ritratti, Berlusconi, il cavaliere pallido, che da ragazzino gioca nel collegio dei Salesiani a Milano. “Inguardabile” lo ricorda Massimo Fini. Fallito l’acquisto dell’Inter, come ricorda Pellegrini, ci riesce col Milan nel 1986. Il resto è tutto da leggere. Non meno divertenti quelli che riguardano Cellino (Cagliari), passato dall’altare alla polvere del carcere, sia pure non retrocedendo mai dalle sue idee, da vero padre-padrino. Lotito e De Laurentiis, non meno autoritari, capitani di lungo corso nel mondo imprenditoriale. Il primo si laurea in pedagogia, ma eccelle con aziende di pulizie e sicurezza. il secondo nasce nel mondo dello spettacolo, nipote e figlio d’arte, settore cinema. Cresce praticamente a Cinecittà, dove Fellini, Mangano, Loren e il meglio del momento diventano la normalità da frequentare. Il Napoli è un investimento da sfruttare al meglio. Carismatico e classista, è comunque abilissimo nella gestione di una società tra le più problematiche d’Italia. Zamparini, il friulano di Palermo, si è fatto talmente da solo che può solo auto-esonerarsi, dopo aver licenziato un esercito di allenatori. Storie esilarante nella loro cruda verità.
Giuliano Orlando 
 

Il libro completo della corsa

Jeff Galloway – Edizioni Mediterranee – Pag. 286 – Euro 23,50.

Non solo correre, qualcosa in più

Capire se stessi attraverso l’esercizio motorio.

Elencare la bibliografia sulla corsa, sul jogging in particolare  significa perdersi in una semina infinita. Ma come sempre accade, nel vasto prato con tante margherite, puoi trovare un fiore diverso, dal profumo irresistibile. Jeff Galloway in America è il riferimento assoluto, grazie alla sua esperienza iniziata nel 1958 da maratoneta fino ad oggi, in cui tiene lezioni nei college e alle università. Oltre continuare a correre. Il libro, uscito negli Usa in prima edizione nel 1984, aggiornato negli anni, fino a questa ristampa che offre tutto lo scibile per chiunque si muove nel mondo della corsa. Dal praticante al tecnico, come dal semplice neofita al più esperto runners. Un prontuario completo che soddisfa qualsiasi domanda. Il corposo tomo, spazia dall’A alla Z, in una galleria informativa arricchita da disegni schematici, tanto semplici quanto diretti e di facile interpretazione. Sono 26 capitoli, iniziando dai ricordi personali, le prime esperienze in giro per il mondo, poi l’idea vincente di far nascere centri specializzati e i centri estivi. Un lavoro che oggi lo premia e il libro rappresenta la sommatoria delle tante lezioni ricevute e date dell’autore. I livelli di rendimento dei corridori, sapersi testare in ogni momento, come dare il via personale alla corsa. I temi dell’allenamento, dalla fisiologia alle fasi alternative: attività aerobica e anaerobica, conoscere il nostro corpo. L’allenamento piramidale, riservato a coloro che ambiscono a risultati importanti, partendo dalla resistenza alla velocità, per raggiungere il top il giorno della gara. Interessante come tutte le varie fasi vengano oltre che illustrate anche spiegate con episodi di importanti campioni. Quasi maniacale la completezza di informazioni, diversificate per ogni distanza, dai 5 ai 42 km. della maratona. Non viene dimenticato neppure il ruolo della lepre, importante nella strategia di gara, per ottenere il massimo risultato a livello cronometrico. Non solo, anche la lepre potrebbe diventare a sua volta un vincente. Non potevano mancare gli aspetti psicologici e l’alimentazione. I bambini quando debbono iniziare? Tema dibattuto e controverso. Per l’autore, si può iniziare prestissimo, da buon americano, ma avvisa i genitori di non esagerare. La tabelle chiudono il lavoro, per la verità, l’unico riferimento meno completo, poiché ai tempi sulle distanze, manca la media gara. Importante per ogni corridore. Il resto è da dieci.
Giuliano Orlando

Scrivilo in cielo

Fabio Caressa Mondadori Strade Bu – Pag. 246 – Euro 17,00.

Tra fantasia e realtà di provincia

Storia calcistica nei suoi risvolti più umani.

Non un tema nuovo, ma che piace sempre. Gli ultimi che si riscattano ha dominato la letteratura dell’800, in Francia fiammiferaie e orfanelle hanno tenuto col fiato sospeso milioni di lettori, che aspettavano con ansia le puntate per gioire nel finale. Dalle nostre parti e nei nostri tempi, la storia può nascere, crescere e concludersi ad Alessandria, nel cuore del Piemonte, dove il grigio non è solo nelle maglie della squadra di calcio. Narrata tra realtà e fantasia, la storia si dipana con Nadia, una giovane, che si ritrova tra le mani i destini della squadra cittadina, salita in A miracolosamente, dopo l’incidente subito dal padre in auto, al momento in coma, senza sapere come finirà. Indovinata la strategia narrativa, con i personaggi giusti, dall’allenatore al “luoghista” Chang Khan, al “vecchio” che sarebbe la coscienza positiva di un gruppo talmente scalcagnato che diventa divertente nella sua drammaticità. Nasce una squadra formata da ex campioni, ex promesse, ex di tutto. Il cammino nel campionato è come i film americani. Batoste iniziali, poi la lenta riscossa fino alla salvezza. Ma non pensate ad un percorso piatto. Ci sono tutte le componenti per tenere desto il lettore. Non solo partite, ma storie d’amore e di corna, donne fatali e perdoni clamorosi, ripensamenti e rivincite. L’autore, volto noto televisivo, settore calcio, non poteva che costruire la storia sul pallone. Lo ha fatto con intelligenza, offrendo uno spaccato della provincia italiana, uguale ad Alessandria come in qualsiasi altra parte del nostro territorio. Inutile dire che il finale è tutto positivo, non poteva essere diverso, anche se il risveglio del padre di Nadia, forse appare un po’ esagerato.
Giuliano Orlando

Il dizionario dei Mondiali di calcio

Roberto Condio – Libreria dello Sport – Pag. 374 – Euro 19,90.

Tutto il "Mundial" dalla A alla Z

La manifestazione che muove l’interesse di tutti i continenti.

Non cercate Balotelli, per la semplice ragione che è alla prima partecipazione, quindi non può trovare spazio nel Dizionario dei Mondiali. In compenso gli eroi del 2006, guidati da Lippi, fanno bella mostra. Un lavoro di qualità, rigorosamente in ordine alfabetico, senza essere un elenco arido. Ogni nome ha la sua storia, la sua personalità e quelli più meritevoli episodi spesso inediti. La conoscevate quella delle maglie, quanti rigori sbagliati, i matusa dei mondiali, le partite ripetute, i portieri saracinesche, i palloni usati, gli espulsi e i fedelissimi. Si potrebbe andare avanti a lungo. Sono quasi cinquanta gli argomenti trattati, per la gioia del grande esercito che nelle statistiche ci sguazza. L’idea di uniformare le informazioni dall’A alla Z, facilita qualsiasi ricerca, assicurando ordine in una selva di notizie che sono personali ma anche generali. Oltre a quelle particolari. Al mondiali del ’98 in Francia, il messicano Blanco, imprigionò il pallone tra le caviglie e compì il classico salto della rana, per uscire dalla morsa di due difensori. Per regolamento è fallo. Ma l’arbitro, che non se l’aspettava, lasciò correre. Italia-Germania 4-3 del 1970, non poteva mancare. Per chi non lo sapesse, è ufficialmente la partita del secolo precedente, precedendo Brasile-Italia 4-1 e Italia-Brasile 3-2, Germania-Francia 8-7 e Inghilterra-Germania 4-2. Il Maracanà ospiterà per la seconda volta la finale mondiale di calcio. Inaugurato a Rio del Janeiro nel 1950, è da sempre il più grande stadio del mondo con la capienza di 200.000 posti. Ma resta anche il teatro della più amara sconfitta del Brasile nella finale di 64 anni fa, battuto dall’Uruguay. Un dramma nazionale pagato con 34 suicidi e 56 decessi per infarto. Era il 16 luglio 1950, stavolta si gioca la finale il 13 luglio. Ad ogni edizione si presentano debuttanti giunte alla massima rassegna iridata. Ci credereste, nel 1950 fu la volta dell’Inghilterra che ha inventato il calcio moderno. Nel 2010 toccò alla Slovacchia e in Brasile si è presentata la Bosnia Erzegovina. Un breve assaggio del dizionario, la cui materia piace a tutte le età.
Giuliano Orlando
 

60 anni tra campioni, miti e follie

Mario Pennacchia Mursia editore – Pag. 410 – Euro 17,00.

Ricordi di un cronista tra sport ed etica

Il film cartaceo in diretta di oltre mezzo secolo.

Erano altri tempi. Ma questo non significa che fossero meno importanti. Un lungometraggio cartaceo vissuto in prima persona da un giornalista che ha cominciato dalla gavetta. Anni immediati del dopoguerra. La presenza in redazione quasi di nascosto, lo stipendio a fasi alterne. La curiosità come stimolo inarrestabile. Le inchieste, scoprendo la periferia calcistica che è la base del movimento, ma anche lo specchio di tante difficoltà dove la passione è quasi sempre l’incentivo per non mollare. La scalata verso la normalità è costruita con la passione e l’intuito, compreso qualche colpo a sorpresa. Passando da una testata all’altra, da un servizio all’altro. Dalle prime trasferte alle porte di Roma al seguito dei giallorossi e della nazionale per il “Corriere dello Sport” e poi “Il Giorno”. Capo Ufficio Stampa della Lega calcio, che vuol dire conoscere segreti stuzzicanti. Ma anche gente importante, come folcloristiche come Oronzo Pugliese allenatore filosofo. Non solo calcio, il Palio di Siena è l’occasione per illustrare emozioni in un campo estraneo. Avere come direttore Antonio Ghirelli significa contare su intuizioni originali. Capire l’importanza dei giovani nel mondo dello sport. Il piacere e l’importanza d’incontrare il principe Lanza di Trabia e Walter Chiari, che da attore naturale mette in scena un siparietto ricco di comicità. Situazioni difficili, che un cronista deve vivere senza essere di parte. Anche quando scoppia lo scandalo delle scommesse, deve sapersi muovere con equilibrio, molti dei nomi inquisiti sono amici. Belle sensazioni, intervistando a Londra, il presidente della FIFA sir Stanley Rous e il ct inglese Alf Ramsey, con relativa facilità. Scorrono nomi  come Andreotti, enciclopedico, Onesti presidente del Coni, Franchi, Carraro e Moro, troppo noti per doverli illustrare. Costoro e molti altri  nel suo taccuino: Pertini e Bearzot inclusi, fino a Petrucci e Malagò. Punte dello sport e della politica, che hanno arricchito il  carnet di un giornalista, di cui si stanno perdendo le tracce.
Giuliano Orlando
 

Il pallone lo porto io

Luciano Moggi e Andrea Ligabue – Mondadori editore – Pag. 190 – Euro 17,00.

Il boss del calcio e le sue verità

Parla il più discusso protagonista del recente passato.

Luciano Moggi, nel bene e nel male è il personaggio che ha scritto la storia del calcio, dietro le quinte. Per esplodere  come una bomba, quando lo scandalo “Calciopoli” coinvolse buona parte delle società italiane. A pagare lo scotto più pesante fu la Juve, retrocessa, multata e messa alla berlina. In questo tornado che secondo i giudici faceva capo alla Triade (Giraudo, Bettega e Moggi) solo il direttore del club bianconero ebbe beffe e danni. Tutto giusto? Leggendo il libro, si è trattato di una grande ingiustizia, pilotata da chi aveva l’interesse a distruggere l’odiata “signora”. Non le manda a dire a nessuno. Sfidando chi non è d’accordo a fornire prove contrarie. Dà appuntamento ai prossimi giudizi definitivi per levarsi i sassi che gli sono rimasti nelle scarpe. In questo ginepraio di opinioni e deposizioni, scorre come un fiume in piena la panoramica di quattro decenni calcistici all’ombra delle trattative spesso segrete per acquistare i campioni e cedere i bidoni. I retroscena sono spassosi e inediti, come le crudeli radiografie di molti presidenti, finti esperti e autentici pasticcioni. Perché Ronaldo non andò alla Juve, perché Moggi non passò all’Inter, pur avendo già il contratto firmato? Che tiene in cassaforte. Come domò Maradona e vendette Zidane. L’agenda di Luciano è uno scrigno dove i tesori, sono indicati con numeri e valutazioni, analisi fredda ma necessaria per non farsi prendere da emozioni. Nedved, Del Piero, Vialli, Baggio, Vieri, Deschamps, Davies, Ibrahimovic, Zola e Pruzzo, ma pure con gli allenatori, da Capello a Lippi. Trapattoni, Ancelotti e Mancini. Un film che srotola il romanzo del nostro calcio, nel quale non mancano i presidenti, una genia up e under. Gli Agnelli rigorosamente sopra, Ferlaino sotto. Gli estremi che non si toccano. Un’auto confessione che vale una carriera: “Mio padre, appassionato di ciclismo, sperava diventassi un asso del pedale. Ci provai ma capii subito che non era nelle mie corde tutta quella fatica. Come calciatore, ero un difensore che picchiava di brutto. Giocai nei dilettanti in Toscana, poi mi chiamò l’Akragas di Agrigento. Fu l’occasione per capire se avevo un futuro in quel mondo. Risposta negativa e fine della carriera. Non sarei  mai stato un predestinato. Per fortuna  mi fermai in tempo”.
Giuliano Orlando

Zuga il riscatto di un ultimo

Tonino Zugarelli e Lia Del Fabbro – Ultra sport editore – Pag. 190 – Euro 15,00.

Il tennista della periferia romana

Povertà e orgoglio per vincere il set della vita.

L’Italia è appena uscita dalla guerra, la capitale sta cercando di ritrovare se stessa senza l’incubo dei bombardamenti, del cibo razionato, delle retate che distruggono famiglie e ideali. Ci si muove tra le rovine ancora fumanti nella periferia romana. I ragazzi di borgata non faticano a trovare motivi per organizzarsi sia nei giochi che nelle scazzottate. Il pallone domina il campo e Tonino Zugarelli, un bel moretto alto e snello, sogna di diventare un campione. Il destino però non è d’accordo. In questo contesto dove i contrasti tra ricchi e poveri, viene descritto con grande lucidità, la crescita del ragazzo, figlio di povera gente, che trova difficoltà a mettere assieme pranzo e cena, si snoda la vicenda umana del giovane protagonista. Arriva al tennis, passando dal ruolo di raccattapalle, un classico, a quello di atleta, imparando con gli occhi e rubando ai più fortunati gesti e colpi, fino a diventare più bravo dei maestri. Quando arriva la consacrazione, della convocazione in nazionale, nasce un nuovo conflitto, esteriore e interiore. Zugarelli è ombroso e orgoglioso, ha una sua visione nei rapporti con i compagni, si isola e crea spesso l’incomunicabilità che ne condiziona la carriera. Vive magnifiche stagioni, da Wimbledon contribuendo alla vittoria sull’Inghilterra, agli Internazionali di Roma dove giunge in finale, sfiorando il trionfo contro Gerulaitis, fino alla conquista in Cile della Coppa Davis, assieme a Panatta, Bertolucci e Barazzutti nel 1976. Attore protagonista per diverse stagioni,  purtroppo si porta dietro la condanna di essere l’ultimo, l’ospite sopportato al pranzo dei nobili. Prezzo che paga anche quando all’atleta si sostituisce il tecnico che ha qualità, ma pure difficoltà. Pochi gli amici che lo aiutano, tra questi è rimasto Panatta, romano come lui, non certo Pietrangeli, col quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Anche se il tennis è il filo conduttore di questo campione, che ha anteposto la dignità al compromesso, la descrizione ambientale tocca punte notevoli, per capire come l’evoluzione e il riscatto sociale abbiano un prezzo che non tutti sono disposti a pagare. Per orgoglio ma anche per etica morale.
Giuliano Orlando
 

La frontiera invisibile

Correre o morire. Sull’Himalaya, senza corde.

Kilian Jornet – Fabbri editori – Pag. 225 – Euro 16,00.

Il cielo più vicino, nel deserto di neve.

Il Gosainthan, un ottomila tibetano, come un gioco estremo. 

C’è un libro, considerato la Bibbia dell’alpinista, scritto da Lionel Terray, intitolato “I conquistatori dell’inutile”, che rispecchia una realtà bifronte. Da un lato il riscontro commerciale che lo conferma, mentre quello spirituale ne trae il cibo assoluto. Il protagonista di questo lavoro esalta e si esalta nell’affrontare ogni difficoltà, mettendo in gioco la propria vita, consapevole che potrebbe essere l’ultima avventura. La morte lo ha sfiorato spesso, fin  dall’inizio di questa scelta, quando è passato dallo sky runners, dove ha dominato per diverse stagioni, al più impegnativo ruolo di alpinista che cerca di scalare l’impossibile. Ha perduto il suo maestro Stéphane, nella traversata del Bianco, un esercizio iniziato sotto i migliori auspici, concluso drammaticamente. Un grande dolore, che cerca di cancellare tentando imprese sempre più difficili. Con altri due compagni si popone di scalare il Gosainthan (in tibetano Shisha Pangma) 8027 m., il più basso degli 14 ottomila, al confine tra Cina e Nepal, l’ultimo ad essere stato scalato (1964), per le difficoltà che presenta. Ma il terzetto non intende scalare con supporti collaterali, dal materiale agli sherpa. Un paio di sci, una tenda e pochi viveri. Il viaggio è descritto come una cronaca sportiva, un minuto per minuto. Dalla partenza (Ginevra) all’arrivo a Katmandu, dove il traffico è un gioco al massacro, tra ruderi di vetture, pullman dagli incerti natali e passeggeri variopinti, la lunga strada per giungere al campo base è percorso che permette di arricchire le proprie esperienze mentali e fisiche. Nel deserto di neve, affondando fino a metà persona, salgono e salgono fino a giungere ai piedi del gigante. Così descritto: “la prima impressione è di meraviglia e inquietudine. Duemila metri di roccia nera tagliata da tre sottili strisce di neve che toccano il cielo”. L’avvicinamento è anche l’esercizio preparatorio per l’assalto al gigante, la conoscenza con gli abitanti, la loro filosofia di vita, la serenità dell’anima. Il resto è la parte più vera, l’impresa sognata e i rischi annessi. Ce la faranno? Al lettore la risposta.
Giuliano Orlando

 

The Official 2014 Fifa World Cup Brazil – Il libro completo

Magazzini Salani – Prezzi vari per ogni pubblicazione, riccamente illustrate.

Giochiamo ai mondiali di Rio 

Quattro libri per vivere l’evento, non solo per i più piccoli.

Il mondiale di Rio, studiato per i più piccoli, ma divertente anche per i grandi. Quattro pubblicazioni, con ruoli diversi come quello dei protagonisti che danno vita all’evento sportivo più seguito nel mondo. Nel primo, definito il libro completo, col calendario, le squadre, i giocatori, gli allenatori, i gironi e gli stadi, reso allegro dalla vivacità dei colori in una galleria dove si sprecano sorrisi e storie, guidati da Fuleco, la mascotte del torneo, con una lettura facile e gioiosa. Il secondo e il terzo hanno ruoli contigui ma diversi. Uno si definisce il libro degli sticker e quindi gioca sulla costruzione di mini puzzle di facile realizzazione, ma non per questo meno divertenti. Scopri le bandiere, i giocatori, le azioni e il super-attaccante, oltre ai vincitori precedenti dei mondiali. L’altro testo è tutto da colorare, anche in questo caso con l’aiuto degli sticker che completano il mosaico dove si completano giocatori nei vari ruoli, le azioni e gli interventi in un gioco dell’oca, dove le risposte arrivano lungo il percorso per giungere alla colorazione della Coppa e definire la collocazione dei risultati girone per girone. L’ultimo libro è il compendio della manifestazione con qualche aggiunta di notizie, dall’alimentazione brasiliana oltre alla fauna, la collocazione geografica, i premi e le caratteristiche degli stadi che ospitano le partite. Gli schemi di gioco, gli arbitri, i cartellini, gli allenatori,i cronisti, lo staff tecnico e i commentatori fino ai bomber  favolosi e i maghi del centrocampo, i difensori esplosivi fino ai portieri spettacolari  e ai tifosi. Una bella carrellata tutta a colori, nel segno dell’allegria.
Giuliano Orlando
 
Giuliano Orlando

 

 

 

 

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