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Il pomeriggio del 22 aprile nel palazzetto dello sport “M.Borgia” di Barletta, meglio noto in città come “Paladisfida”, la società dilettantistica di pugilato ASD Accademia Pugilistica Andriese ha proposto un insolito ma seguito spettacolo che ha offerto esibizioni e confronti delle diverse discipline da combattimento, combinate con esibizioni offerte da corpi di ballo locali impegnati in danze di gruppo. La parte pugilistica, imperniata in un programma misto, si è snodata alternando i suoi confronti con quelli della altre discipline sportive da combattimento, attraverso dieci sfide amatoriali ed un confronto professionistico. Hanno aperto le ostilità Sabino Matarrese della Boxe Sgaramella, classe 1995 di kg 54, e Fabio Di Rado della Boxe San Salvo, classe 1996 di kg 53. Entrambi hanno avuto un richiamo ufficiale maturato nella terza ripresa quando i due contendenti palesavano una evidente stanchezza. Alla fine delle tre riprese sono finiti appaiati. Matarrese ha disputato il quarto combattimento e Di Rado ha fatto la sua quindicesima esperienza con i guantoni. Il secondo ha visto alle prese due avversari di kg 51, Gianluca Caputo del Team Boxe Bari, classe 1996, e Filiberto Bambino della Pug. Iovannelli, classe 1997. Il confronto è stato molto combattuto e caratterizzato da fasi spettacolari con scuola di ottimo pugilato. Bambino è stato più abile nel gioco di rimessa mentre Caputo è apparso insistente in attacco. Il verdetto è andato a Caputo che si è cimentato nel sedicesimo confronto. La prestazione di Bambino è stata la numero tredici. Nella terza sfida si sono viste fiammate di ardore esplose da due giovani della classe 1996, Ciro Tota dell’Acc.Pug.Andriese di kg 72 e Davide Ucci della San Salvo Boxe di kg 70. La vittoria ai punti è stata riconosciuta a Tota, impegnato nel suo ventiseiesimo confronto. Ucci ha combattuto per la ventitreesima volta. Poi è toccata a Vincenzo Ciciriello, classe 1997 di kg 60, chiamato a difendere i colori della Boxe Sgaramella contro Lorenzo Mila, classe 1995 della Boxe San Salvo. La sfida è stata accesa fin dai primi scambi. I due ragazzi hanno creduto fino in fondo alle loro capacità di vittoria. Il risultato finale ha premiato Ciciriello al suo ventunesimo match. Mila ha totalizzato il confronto numero sedici. Nel quinto combattimento si sono affrontati Claudio Squeo dell’Acc.Pug. Portoghese, classe 1991, ed Elidon Gaba, albanese classe 1983, tesserato con l’Acc.Pug. Franco Valente, entrambi di 85 chili. I due si sono misurati in una competizione all’insegna della forza. Il pugliese è sembrato più equilibrato nell’uso della tecnica ma poi si è lasciato andare nel gioco preferito del suo avversario, gli scambi a corta distanza. Al termine il verdetto è stato assegnato a Squeo che ha tagliato il traguardo del settimo impegno. Il navigato Gaba è arrivato a quota quaranta. Sono saliti poi sul quadrato Vincenzo Pastore della Boxe Sgaramella, classe 1995, e Giovanni Pinchieri della Pug. Franco Valente, classe 1991, al suo secondo appuntamento. Entrambi con 72 chili di peso, hanno dato vita ad una prova coraggiosa. Alla fine ha prevalso Pastore, alla sua quarta prova. Il settimo confronto in scaletta ha visto di fronte Andrea Quinto della Boxe Sgaramella e Stefano Ramundo della Boxe San Salvo, entrambi classe 1965 e di 60 chili, che hanno espresso un match entusiasmante, senza risparmio di energie e con ottimi lampi di scuola pugilistica. La giuria ha preferito Ramundo che ha scritto il suo quattordicesimo risultato. Il volenteroso Quinto è arrivato a quota diciassette. Nell’ottavo match Antonio Jeva dell’Acc.Pug. Andriese, kg 67, ha ceduto a Luigi Alfieri della Boxe San Salvo, kg 65. Anche questo abbinamento è stato azzeccato sotto il profilo agonistico e degli equilibri. Jeva ha registrato il ventisettesimo combattimento mentre Alfieri ha siglato la sua trentacinquesima fatica. Il nono abbinamento ha visto il successo in due riprese di Vincenzo Zingaro dell’Acc.Pug. Andriese, classe 1994 di kg 76, a spese del veterano Mario Verdile della Boxe San Salvo, classe 1982 di kg 76. La ventiquattresima prestazione di Zingaro è stata annotata come vittoria per squalifica. Verdile ha totalizzato settanta confronti. Nell’ultimo confronto dilettantistico si sono misurati Benito Ruggiero dell’Acc.Pug. Andriese, classe 1993 di kg 65, e Danilo Di Vincenzo della Boxe San Salvo, classe 1991 di kg 67. Gli intensi scambi di colpi hanno infiammato il pubblico presente. Ruggiero ha cercato di dominare il confronto con i suoi rapidi movimenti di guardia. Di Vincenzo non è caduto nella trappola tesa dal suo avversario ed ha saputo manovrare i suoi colpi migliori per impegnare il pugliese. Le tre riprese sono state combattute con evidente foga che è andata anche oltre i canoni della correttezza. Infatti entrambi sono stati richiamati ufficialmente dal direttore di gara nel corso dell’ultimo round. Al termine la giuria ha premiato Ruggiero, impegnato nella sua cinquantaseiesima competizione. L’abile Di Vincenzo ha solo un match in meno del suo vincitore. Archiviata la lunga parentesi amatoriale gli interessi dei presenti si sono calamitati sul confronto professionistico tra Yassine Habachi e Issa Saidi. Yassine Habachi proclamato vincitore dall'arbitro Giuseppe Schiavone Il primo è marocchino di nascita ma residente a Corato, in provincia di Bari, da quando aveva pochi mesi di vita. Habachi è studente universitario di economia ed ha vinto il campionato italiano riservato agli studenti degli Atenei che praticano pugilato. Viene allenato dal tecnico Riccardo Sgaramella che lo ha guidato anche nel corner. Yassine Habachi prima di infilare i guantoni Il secondo è tunisino domiciliato a Napoli che ha debuttato al professionismo con licenza della federazione kossovara. Viene allenato dall’istruttore napoletano Lino Silvestri che lo ha seguito all’angolo. Issa Saidi prima del match Il match è stato programmato sulla distanza delle quattro riprese. Il direttore di gara Giuseppe Schiavone, anche nella veste di giudice, è stato coadiuvato dai colleghi Claudio Nitti ed Aniello Calmieri. Al suono del gong il tunisino si è scaraventato addosso all’italo marocchino come se fosse stato catapultato dal suo corner. Habachi ha tenuto la guardia alta e ben stretta per evitare le mazzate indirizzate al capo. Ha tentato di arginare la furia scatenata del torello che si trovava di fronte ma non trovava gli spazi per piazzare i suoi colpi. Saidi, kg 81.000, si muoveva molto bene sul tronco, mimando le movenze di Mike Tyson prima maniera. Con rapidi spostamenti laterali caricava i colpi e li abbatteva sull’avversario. Habachi è rimasto calmo e non si è lasciato prendere dalla fregola di ricambiare la “cortesia”. Il 26enne tunisino, cambiando spesso guardia, ha costretto il suo avversario ad una strenua difesa sulle corde. Quando Habachi, kg 80.000, ha tentato di uscire dal guscio per fare sentire la sua presenza attiva, quasi mai ha trovato il bersaglio. La mobilità sul tronco del più basso tunisino, proteso sempre in avanti a cercare la corta distanza, eludeva i tentativi di attacco del marocchino. I colpi pesanti preferiti da Saidi sono stati i ganci larghi al capo. Habachi, bene impostato tecnicamente, ha usato i colpi lunghi per frenare la furia scatenata del tunisino ma non è riuscito a spegnere il fuoco della battaglia che l’avversario alimentava con combinazioni a due mani, sopra e sotto. Archiviato il primo round, prerogativa di Saidi, il secondo tempo è iniziato con lo stesso tema combattivo. Il tunisino ha continuato a propinare folate improvvise di colpi a due mani. A volte è stato anche spocchioso negli atteggiamenti provocatori, prontamente rilevati dall’arbitro. Habachi, nato quattro giorni dopo il suo avversario, ha continuato a girare passando da un lato del quadrato ad un altro, fermandosi all’angolo per trovare gli spiragli utili ad infilare i colpi. Saidi continuava ad essere mobile ma insinuava anche l’uso della testa nella guardia del suo avversario. La reiterata attitudine a questa pericolosa pratica, più volte segnalata dall’arbitro è stata poi sanzionata con il richiamo ufficiale. Quando Habachi ha trovato il tempo e lo spazio per allungare le mani in modo appropriato, piazzando diverse serie di uno-due a due mani al viso seguite da manate al tronco, il tunisino ha arretrato per la prima volta cercando rifugio nell’angolo. Il capolinea era prossimo con Saidi inchiodato all’angolo senza scampo. Habachi lo attaccavo inesorabilmente con combinazioni alternate al capo ed al bersaglio grosso. Il suo avversario tentava di far leva sulle gambe e sul tronco per affievolire gli affetti dei colpi ma dalle sue braccia partivano sempre meno repliche. La raffica dei pugni diventava sempre più insostenibile per il tunisino che ha continuato ad incassare in piedi fino all’intervento arbitrale. Il conteggio di Schiavone è arrivato fino all’otto per chiudersi con il knockout tecnico esercitato contro uno spento pugile. Saidi aveva speso troppo in poco tempo. A 2:42 del secondo round non aveva più ossigeno per proseguire e l’intervento del direttore di gara è apparso propizio. Habachi, abile ad evitare i danni che la furia del suo avversario stava consumando, ha conosciuto il secondo successo a torso nudo, il primo anzitempo. Saidi ha debuttato male tra i professionisti ma ha detto di aver capito la lezione e ne farà tesoro per le prossime competizioni. Commissario di riunione: Carlo Racioppa Arbitri/Giudici: Filippo Caterina, Claudio Nitti, Aniello Palmieri e Giuseppe Schiavone Medico di servizio: dott. Giuseppe Macchiarola Cronometrista: Nicola Risola Primiano Michele Schiavone |
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