Si è spento all'età di 73 anniMercoledì 30 settembre 2015 – Da alcuni giorni è venuto a mancare un personaggio del pugilato nazionale degli anni ’70, il carrarese Piero Cerù, artefice di grandi combattimenti tra i pesi superleggeri. Passato professionista nel gennaio del 1966 alla vigilia del 24mo compleanno, somma 6 successi consecutivi prima di essere ingaggiato in Germania, dove impone il pari al tedesco Karl Furcht. Cresciuto in fretta a torso nudo senza la cautela riservata ai neo professionisti per una crescita graduale, l’anno seguente arriva a Vienna in Austria dove deve cedere ai punti in 8 riprese al locale Oswald Lang; quindi sbarca a Lione in Francia, laddove perde con verdetto in 10 riprese contro il fortissimo Rene Roque – successivamente campione nazionale in due diverse categorie di peso, europeo con una vittoria importante su Sandro Lopoplo, e sfidante mondiale di Bruno Arcari – vince poi nella sua città e si esibisce a Parigi dove battezza il forte Roger Zami – in seguito campione francese ed europeo – con un pari; torna a vincere tra la sue gente per poi perdere per la prima volta contro un connazionale, contro Serafino Lucherini per ferita. Nel 1968 torna a misurarsi con l’austriaco Oswald Lang nella capitale Vienna ma dura due riprese. Supera in casa Giuseppe De Robertis e perde contro lo stesso pugile per il titolo Centro Sud. Apre il 1969 con una vittoria sul quotato Italo Duranti a Roma, pareggia con l’ex campione nazionale Massimo Consolati ad Ancona, città del suo avversario, riscatta la sconfitta da Serafino Lucherini con un successo che gli conferisce il titolo Centro Nord, e chiude l’anno con due affermazioni. (nella foto Piero Cerù con il suo procuratore sportivo Abdon Bonistalli) Il guardia destra carrarese, prossimo oramai alla sfida tricolore, inizia il 1970 con altri due successi, perde contro il campione italiano Ermanno Fasoli, torna alla vittoria in due occasioni prima d’inciampare nel brasiliano Nelson Gomes. L’avvio del 1971 è portentoso: spodesta Ermanno Fasoli dal trono nazionale con il risultato eclatante di fuori combattimenti alla settima ripresa; a Copenaghen supera per ferita il danese Borge Krog – ex campione d’Europa – difende la cintura italiana per la prima volta e manda a casa il corregionale Romano Fanali con una ferita al settimo round, la difende per la seconda volta superando ai punti Nicola D’Orazio. Tra un campionato e l’altro ottiene facili vittorie verso modesti avversari. La stagione del 1972 lo trova impegnato ancora ad alti livelli: pareggia con il brasiliano di classe internazionale Everaldo Costa Azevedo, mantiene la corona nazionale con un ko al decimo tempo a spese di Bruno Freschi, vince ancora due sfide ai punti per poi cedere il primato tricolore a Romano Fanali con il risultato di ko-tecnico alla quinta ripresa. Chiude l’anno con un successo ai punti. Apre il 1973 con una trasferta a Isanbul dove cede in 10 riprese al turco Cemal Kamaci – altro campione continentale – ritorna alla vittoria in patria per poi esibirsi ad Oslo con un successo ai punti sul norvegese Kristian Hoydahl; riottenuta la sfida al titolo italiano spodesta Romano Fanali ai punti; mantiene la cintura pareggiando con Tommaso Marocco, perde da Everaldo Costa Azevedo e vince su Giuseppe Minotti confermandosi campione d’Italia. Anche il 1974 si avvia con una sconfitta ai punti rimediata a Randers, in Danimarca, per mani del locale Joergen Hansen – reduce dalla sfida mondiale a Bruno Arcari e futuro campione d’Europa – si rifà in patria quando respinge Giorgio Braconi e mantiene la cintura tricolore; ottiene il risultato di parità a Johannesburg contro il locale Kokkie Olivier – campione sudafricano – ed ottiene finalmente la chance europea con il campione Perico Fernandez: una ferita lo toglie dalla gara, senz’appello, nella seconda ripresa. Lo spagnolo Fernandez subito dopo il successo sul toscano conquista la vacante cintura mondiale WBC lasciata vacante da Bruno Arcari. Archivia la stagione con due sconfitte nella città spagnola di Bilbao, situata nei Paesi Baschi. Come gli capita da due anni, apre il 1975 con una sconfitta infertagli da Bruno Freschi – sottomesso tre anni prima – al settimo round, nel tentativo di tornare campione d’Italia per la terza volta. Torna a combattere ad Oslo, in Finlandia, contro il locale Kristian Hoydahl – sconfitto due anni prima – ma deve cedere ai punti. Da quell’anno inizia l’inesorabile declino. Porta a casa due vittorie contro 11 sconfitte ed 1 pari, calcando il ring fino all’agosto del 1978, con 36 primavere sulle spalle. Come professionista è salito sul ring 68 volte: 34 sono stati gli esami conclusi positivamente (12 le soluzioni prima del limite), 27 le prove negative e 7 i risultati di parità. In tutta la sua carriera Cerù è stato un pugile pieno di coraggio, che ha sempre mostrato tanto cuore da opporre alla classe di avversari meglio attrezzati tecnicamente. Ha reso la vita difficile a quanti lo hanno affrontato. La sua vivacità agonistica, unita al dinamico pugilato praticato, ha garantito sempre lo spettacolo e gli ha dato grandi soddisfazioni. Ha affrontato tutti con lo stesso spirito, in Italia ed all’esterno, dove è andato 14 volte, comportandosi sempre con decoro e dignità, meritandosi la stima di pugili ed organizzatori. In quegli anni non si cercavano sempre avversari di comodo ed il Cerù di turno veniva sempre gradito ed ammirato. Primiano Michele Schiavone |