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OTTAVA RASSEGNA IRIDATADavide, doppia europea, assieme Calabrese, Gordini, Mesiano, Marenda, Alberti, Amato e Severin, scelte da Renzinidi Giuliano Orlando I mondiali in rosa, sbarcano nell’isola di Jeju, nella Corea del Sud, considerata patrimonio dell’umanità. Dominata dal vulcano Hallsan che sfiora i 2000 metri, inattivo da 800 anni, è un laboratorio a cielo aperto, per la flora e la fauna. Nell’isola abbondano i tunnel di lava e le grotte, tra le attrazioni più visitate di turisti, che nei prossimi giorni avranno, una curiosità in più, peraltro inedita, col meglio del pugilato femminile a confronto, nell’ottava rassegna iridata, alla quale l’Italia prende parte con ben otto atlete. Il responsabile della squadra Emanuele Renzini ha dato fiducia alle protagoniste degli europei di Bucarest svoltisi a maggio, dove la azzurre si sono comportate molto bene, conquistando un oro (Davide), un argento (Severin) e un bronzo (Mesiano). Le altre cinque sono Calabrese (48), Gordini (51) argento uscente, Marenda (60), Alberti (64) e Amato (69). Mai in passato l’Italia aveva portato tante titolari. Nella prima edizione nel 2001 a Scranton (Usa), Galassi che vinse, Cerpi bronzo e Bellandi. In quattro l’anno dopo ad Antalya in Turchia: Galassi (oro), Davide (argento), Bellandi e Como. Nel 2005 solo Galassi e Tosti a Podolsk in Russia, dove Simona concluse col terzo trionfo, il percorso in maglietta. Ancora due a Nuova Delhi in India nel 2006: Calabrese e ancora Tosti, poco fortunate. Assegnata alla Nigeria nel 2008, la quinta edizione, assente l’Italia. Che torna in quella successiva (2010), svoltasi a Bridgetown alle Barbados con Calabrese, Gordini e Davide fuori dal podio. La settima edizione è storica, assegnando i pass per i Giochi di Londra. La ospita la Cina a Qinhuangdao, sita nel Nord Est dell’immenso paese, sul Mar Giallo. 800.000 abitanti, in continuo sviluppo edilizio. L’Italia arriva con Calabrese, Marenda e Gordini. Le prime due si fermano al secondo ostacolo, mentre la Gordini nei 51 kg., compie prodigi, cogliendo un prezioso argento. Tutte e tre sono presenti in Corea, con più esperienza e non meno entusiasmo. Hanno lavorato sodo, prendendo parte a diversi tornei (Turchia e Marocco), ad uno stage in Romania confrontandosi con le locali, le turche e le bulgare, che ritroveranno nei prossimi giorni. L’Europa arriva con tutte le più forti a cominciare dall’Irlandese Katie Taylor (60) lanciatissima verso il quinto mondiale, con la magiara Kovacs, (+81) attiva dal 2001, alla ricerca del terzo alloro. La romena Steluta, pur giovane ma già veterana. L’Italia non fa proclami, ma la voglia di stupire non manca. In particolare con l’inossidabile Davide (54), la promettente Mesiano (57) e la Severin (+81), ma anche le altre daranno il massimo. La Gordini sta cercando la condizione migliore, ci auguriamo arrivi al momento giusto. Edizione che non assegna pass per Rio, ma che dà il primo segno dei valori in prospettiva. Molte nazioni lavorano sulle tre categorie ammesse ai Giochi, in particolare le asiatiche. Addirittura, al Giochi continentali femminili, svoltisi sempre in Corea a Incheon, sono state invitate solo le atlete dei 51, 60 e 75 kg. Dove ha vinto la piccola ma grande Marykom, la più popolare atleta indiana, che intende migliorare il record di 5 mondiali e 1 argento, nessuna come lei. Nei leggeri, la cinese Yin Junhua a spese della locale Park Ji-Na, vincitrice in semifinale della Sarita Devi, tra le proteste dell’angolo indiano e il clamoroso rifiuto alla premiazione, gettando il bronzo alla Park. Costato la squalifica all’atleta e agli accompagnatori. Nei 75 vince la coreana del Nord Jang Un-Hui, molto migliorata dal 2012, dove venne eliminata al primo turno, sulla cinese Li Qian nome nuovo, che ha finito alla pari. In questa categoria appare difficile che Claressa Shields, oro di Londra, 19 anni, che si è preparata a casa negli USA, dominando largamente, abbia troppi problemi per cogliere il suo primo alloro mondiale in proiezione Rio. La statuaria ragazza del Michigan, dall’alto dell’1.78 possiede velocità e potenza, oltre ad un talento notevole. Unico pericolo, essersi distratta con tanti inviti e premiazioni. Purtroppo il sito dell’AIBA non ha ancora fornito informazioni sul numero delle nazioni e delle atlete presenti. Il c.t. Emanuele Renzini, che ha al suo fianco, l’ex azzurra Laura Tosti, non nasconde le difficoltà del mondiale: “Affrontiamo il meglio del mondo, in confronto ad altre nazioni è già un miracolo poter contare su queste atlete che sono di valore. Sulla carta ce ne sono molte davanti in ogni categoria. Ma questo è uno stimolo e sono convinto che qualche sorpresa riusciremo a metterla a segno. Dalla capitana Davide a tutte le altre, consapevoli di aver lavorato bene e faticato tanto, per arrivare al meglio, nessuna si tirerà indietro. Dopo il passaggio della grande Simona Galassi, abbiamo dovuto costruire dal nulla una squadra. L’esame di Je-ju ci dirà a che punto siamo” Si comincia il 16 novembre per arrivare alle finali il 23. Una maratona che interessa circa 80 nazioni e oltre 300 atlete. Il team azzurro è guidato dal presidente Alberto Brasca e dal consigliere Sergio Rosa, il medico ufficiale Giuseppe Macchiarola, il fisioterapista Michele Rabbaglietti. Giuliano Orlando |
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