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A Milano, per una rischiosa difesa mondialedi Primiano Michele Schiavone Il 21 ottobre del 1961 a Milano, presso l’ex Padiglione 3 della Fiera, primo palazzo dello sport cittadino, il 32enne triestino Duilio Loi metteva in palio per la seconda volta la sua cintura di campione del mondo dei pesi welter jr, conquistata tredici mesi prima nello stesso capoluogo lombardo contro il portoricano Carlos Ortiz. Con questi l’italiano aveva ingaggiato tre epiche battaglie durate in tutto 45 riprese. La prima volta, nel giugno del 1960 a San Francisco, in California, dove aveva perduto nella prima sfida al campionato mondiale; la seconda volta a Milano, nel settembre seguente, quando lo aveva sconfitto e conquistato il titolo; la terza e ultima volta, nel maggio dell’anno nuovo, ancora a Milano, dove si era prodotto nella prima difesa. L’italiano era reduce dalla quarta difesa della cintura continentale dei pesi welter che possedeva dall’aprile del 1959. Professionista dal novembre del 1948, vantava anche il titolo italiano ed europeo dei pesi leggeri. Il suo sfidante di turno, il 24enne americano Eddie Perkins, preferito stranamente all’italiano Paolo Rosi – 33enne laziale residente a New York che aveva ceduto ai punti proprio a Perkins un anno prima –, per alcune sconfitte che omettevano il suo reale valore. Professionista dal dicembre del 1956, con un inizio alquanto incerto, con il passare degli anni aveva dimostrato robustezza fisica e psichica, qualità che accentuava negli impegni ritenuti importanti. La dimostrazione della sua crescita, soprattutto spirituale, la forniva nelle quindici riprese combattute contro Loi nel tentativo di conquistare la corona iridata. L’americano dimostrava fin dalla prime battute la sua pericolosità con il destro, veloce e preciso, che riduceva a mal partito il campione. Le difficoltà iniziali di Loi venivano superate dalla sua abilità, dalla capacità di ammorbidire l’intensità del confronto, fino a renderlo monotono. Al termine delle 15 riprese la terna giudicante si ritrovava con decsioni divergenti che portavano alla pronuncia del risultato di parità. Loi, 106-2-8, conservava la cintura e Perkins, 25-8-1, ipotecava una pronta rivincita. Primiano Michele Schiavone |
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