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Ken Norton se ne è andatodi Alfredo Bruno Ken Norton è morto alle prime ore dell’alba in una clinica di Bullhead in Arizona, dove da tempo era ricoverato per scompensi cardiaci con i quali conviveva ormai da tempo. E’ stato sufficiente in breve comunicato di agenzia e il mondo di internet si è scaricato su una figura di campione che ha avuto l’onore della cronaca, senza mai clamori o fuori dalle righe, solo ed esclusivamente per le sue imprese. Era nato a Jacksonville il 9 agosto del 1943. Madre natura gli aveva plasmato un fisico armonioso, che prese vigore con i numerosi sport a cui si era dedicato sempre con successo non ultimo il Football americano. Ercole Nero fu il nomignolo ricucitogli per una muscolatura eccezionale su 1metro e 92 cm. Conobbe la boxe mentre era arruolato in Marina e iniziò la sua carriera da professionista nel 1967. Infilò una bella serie di vittorie (16) prima di ricevere la sua prima sconfitta ad opera del mancino venezuelano Josè Luis Garcia, pugile molto esperto e di buona classifica, per ko all’ 8° round. Questo incontro denotò per la prima volta forse alcuni suoi difetti che si riaffacceranno lungo l’arco di una carriera sia pure eccezionale. La mascella non era a prova di bomba, anche se in alcune occasioni ebbe smentita, e le sue qualità caratteriali svelavano qualche incrinatura nei momenti più nevralgici di un match. Sono convinto che se non avesse avuto questi due “nei” parleremmo di tutt’altra storia. Riprese il suo cammino superando pugili di non eccelsa levatura, facendo una piccola eccezione sulle vittorie ottenute contro Jack O'Halloran, atleta gigantesco ed anche attore specializzato nelle parti del cattivo, ed Henry Clark, specializzato in sorprese a danno di qualche pugile quotato, ma in decadenza. Era il periodo in cui si cercava il rilancio di Muhammad Ali e a San Diego fu organizzato il match con questo Norton valevole per il titolo americano. Ken Norton e Muhammad Ali nel primo confronto Una passeggiata che serviva al grande Alì quasi come allenamento. Ma non fu così perché il “marinaio” fracassò la mascella dell’illustre avversario e lo battè ai punti in 12 riprese senza appello, anche se fu a maggioranza. Non ci voleva altro per far salire alle stelle la fama di questo sconosciuto. Fu organizzata subito la rivincita con in palio lo stesso titolo, stavolta a Inglewood in California. Vinse Alì con verdetto contrastato di 2 a 1, ma la maggior parte dei presenti aveva visto la vittoria se non il pareggio di Ken. L’Ercole Nero era entrato nell’immagine popolare con clamore, anche se il giovane faceva tutto per schivare le attenzioni su di lui. All’epoca era campione l’imbattuto George Foreman che aveva distrutto in due round Joe Frazier. Norton fu catapultato di peso, possiamo dire, di fronte ad un avversario che avrebbe evitato volentieri. Il match si svolse a Caracas e Norton apparve subito intimorito dalla furia di Foreman andando al tappeto tre volte prima di essere dichiarato kot al secondo round. Dopo una simile batosta fu una sorpresa vederlo risalire tre mesi dopo sul ring, per giunta contro un discreto avversario come Boone Kirkman, un bianco reduce da una bella serie di vittorie dove faceva spicco il nome di Jimmy Ellis, anche se in precedenza aveva avuto lo stesso trattamento di Norton da parte di Foreman. Norton superò l’avversario prima del limite e riprese quota con uguale trattamento fatto subire a Jerry Quarry, ma soprattutto ottenendo la rivincita per ko sul venezuelano Garcia. Il suo fisico armonioso, il viso da buono e un po’ romantico, piacque subito al noto regista cinematografico Richard Fleischer, che lo volle come interprete di Mandingo (nella foto a sinistra), film che parlava di una razza di colore in estinzione e delle condizioni in cui versavano i negri nelle piantagioni della Louisiana ad inizio del ‘900. Il film ebbe un successo strepitoso e l’anno successivo si girò un sequel con la regia di Steve Carver, che ebbe buoni riscontri da parte del pubblico soprattutto facendo leva sul clamore di Mandingo. Chi pensava che Hollywood avesse intaccato la voglia di ring di Norton era categoricamente smentito dai successi riportati su Lovell, Stander e Middleton, niente di eccezionale ma pur sempre pugili tosti da non sottovalutare. Nel frattempo Mouhammed Ali era tornato campione, dopo la strepitosa impresa di Kinshasa contro Foreman, difendendo il titolo a più riprese. Si pensò quindi nuovamente a Norton per la bella. Il match si svolse allo Yankee Stadium di New York. Stavolta Alì vinse all’unanimità ma con il minimo scarto di fronte ad un avversario che forse non aveva creduto di essere capace della più clamorosa delle imprese. Dopo aver liquidato il nostro Zanon e l’ex promessa Duane Bobick batte Jimmy Young ai punti in una sorta di eliminatoria mondiale, ma fu riconosciuto senza combattere visto che l’altro sfidante aveva rinunciato. uno scambio tra Ken Norton e Larry Holmes Rimase campione per meno di un anno perché perse il titolo ad opera del suo primo sfidante, quel Larry Holmes che si rivelerà “grande”. Molti dicono che il match con Holmes fu uno dei più belli degli ultimi anni. Il match fu incerto e entusiasmante fino all’ultimo secondo, fino alla lettura dei cartellini che videro a maggioranza la vittoria di Holmes per un punto. Fu durissimo e forse Norton inconsciamente capì di aver dato il meglio oltre i suoi limiti. Poco dopo Earnie Shavers, pugile grezzo ma dalla potenza devastante, lo mise ko in un solo round. Lo stesso trattamento gli riservò Gerry Cooney, considerato la speranza bianca. Quest’ultimo rivelerà i suoi limiti ricevendo una vera e propria lezione da Holmes, ma servì a far capire a Ken che era ora di appendere i guantoni al chiodo nel 1981. Ken Norton, George Foreman, Larry Holmes, Joe Frazier e Muhammad Ali |
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