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Oro Davide, argento per Calabrese, Alberti e Severin, bronzo a Marenda, Amato e MazzottaLa soddisfazione del tecnico RenziniI prossimi impegni internazionalidi Giuliano Orlando Il test azzurro in Marocco, soddisfa il responsabile della nazionale femminile, Emanuele Renzini, che ha portato otto rappresentanti, sette delle quali sono salite sul podio. D’accordo non era un torneo di primo livello, ma la presenza di Francia, Bulgaria e Ungheria, oltre a Spagna, Egitto e Galles, con due formazioni locali e altre presenze africane, hanno dato al Trofeo Mohammed IV, una valida consistenza. Al via 75 atlete, divise nelle dieci categorie. Il sistema robin con gironi all’italiana è piaciuto a Renzini. Il bilancio oltre all’oro della Davide (54), argento per Calabrese (48), Alberti (69) e Severin (+81), bronzo a Marenda (60), Amato (69) e Mazzotta (75). Emanuele Renzini con il gruppo femminile La chiacchierata con Renzini avviene all’aeroporto di Ciampino, appena sbarcato con la squadra da Casablanca: “La partecipazione aveva lo scopo di continuare la fase allenante in proiezione mondiale, appuntamento fissato a metà novembre in Corea del Sud. La squadra non era certo al top, per molte l’impegno serviva a smaltire carichi di lavoro. Proprio il torneo all’italiana ha permesso di poter combattere fino all’ultimo. A conferma dell’utilità sta il miglioramento dei risultati nella parte finale” Bilancio soddisfacente, per tutte le italiane? “Senza dubbio, anche se penso si possa fare sempre meglio. Inoltre occorre valutare ogni singola condizione. La Davide ha talento da vendere, quindi è sempre di un gradino superiore anche se sta al 60%. Ritengo che non solo in Europa, ma nel mondo sia tra le prime. La Calabrese ha combattuto bene, cedendo di misura contro la titolata bulgara Asenova, vincitrice del torneo. Debbo fare i complimenti alla Alberti, che meritava la vittoria finale. Una sconfitta assurda con la marocchina Ouazri l’ha privata dell’oro. Francesca Amato ha pagato il peso di una condizione ancora carente, ma non ha demeritato. Stesso discorso per l’esordiente Mazzotta, che in una settimana ha combattuto più di tutta l’attività della scorsa stagione. Ha perduto contro avversarie più esperte, ma ha dimostrato di avere il carattere giusto, soffrendo contro la mozambicana Gramane, alta 1,90 dalla struttura impressionante e dai pugni pesanti, senza mai arrendersi. La Marenda ha sofferto all’inizio, poi ha iniziato a scaldarsi e migliorare il rendimento. Discorso a parte per Flavia Severin, in dubbio fino all’ultimo la sua presenza. Venti giorni addietro si era procurata uno strappo muscolare ai pettorali, vietandole di fare i guanti, In aggiunta appena arrivata colpita da una gastrite intestinale che l’ha indebolita niente male. Affrontare la Kovacs quattro titoli europei e due mondiali nel carnet personale, in quelle condizioni era perfino pericoloso. Invece, pur perdendo a fatto la sua bella figura. La rivincita ai mondiali.” Prossimi impegni? “Questa sera saremo a Bucarest in Romania. Ci alleneremo con le nazionali di Turchia, Bulgaria e la squadra romena. Si è aggiunta la Mesiano, nei 57 kg. rimessasi dal piccolo graffio all’occhio sinistro. Alla fine un dual match impegnativo, per valutare i progressi delle atlete. Ritorno a casa, per una breve sosta e recupero attivo, poi la partenza per Jeju in Corea del Sud, dove ci attende un mondiale che rappresenta il traguardo più prestigioso della stagione. Un esame che guarda già a Rio 2016.” Il torneo femminile ha visto queste vincitrici. Le bulgare Asenova (48) e Petrova (51), la nostra Davide (54), la francese Segolene (57) e la marocchina Hasnaa (60) a sorpresa, grazie al successo immeritato contro Mossely Estelle titolare francese nelle ultime tre stagioni, la Francia si è rifatta nei 69 con la Erika Guerrier, anche le da tre anni campionessa nazionale, nei +81 la Kovacs, magiara di 33 anni, ai vertici dal 2002, quando vinse il primo titolo iridato, il secondo nel 2005, oltre a due argenti e un bronzo. In Europa 4 ori, 2 argenti e un bronzo, passando dai 75 ai 90 kg. Nel torneo maschile, Cuba ha dominato con alcuni dei più titolati, da Veita (52) Sotolongo (69) e il plurimondiale degli 81, Julio La Cruz. Quasi un presenza stonata contro nazioni ancora troppo distanti. Giuliano Orlando |
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