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Tv: Benvenuti, chi vieta boxe si vergogni(ANSA) - ROMA - ''Chi ha preso questa decisione assurda, e che mi addolora, deve vergognarsi. Che vuol dire tutelare i minori? Allora un minore che fa boxe e' forse un deviato? Per questa decisione sarebbe da schierarsi con le armi in pugno, non posso accettarlo''. Nino Benvenuti proprio non riesce a capire la posizione di chi, in Rai (testata per la quale Benvenuti ha lavorato come commentatore tecnico), ha deciso di proibire la trasmissione in prima serata del pugilato e di altri 'sport da combattimento'. Cammarelle: boxe educa più di certa tv'Decisione Rai assurda, noi insegniamo valore fatica e sacrifici'(ANSA) - ROMA, 27 SET - ''E' una decisione assurda, incomprensibile, visto che discipline come la mia, la lotta, il judo e il taekwondo sono tutto tranne che violente. Sicuramente sono piu' educative di certi programmi in tv''. Roberto Cammarelle, il pugile 'scippato' dell'oro dei supermassimi ai Giochi di Londra, e campione nel 2008 a Pechino, non riesce a capire la decisione della Rai di non trasmettere piu' certe discipline in prima serata a tutela dei minori. ''Noi insegniamo fatica e sacrifici'', aggiunge. |
Rai, no alla Boxe in tv. Petrucci: Scelta assurdaLa televisione pubblica avrebbe deciso di non trasmettere in prima serata gli sport di combattimento come pugilato, judo, lotta e taekwondo. «Apprendo la notizia con incredulità e sbigottimento, si tratta di un atto gravissimo e inaudito» il commento del numero 1 dello sport. ROMA - "Apprendo con incredulità e sbigottimento che la Rai ha deciso di non trasmettere più in prima serata sport olimpici come pugilato, judo, lotta e taekwondo, per un presunto e incomprensibile rispetto delle 'fasce protette' e per tutelare i minori": è durissima la reazione del presidente del Coni, Gianni Petrucci, in merito alla notizia anticipata oggi dal Corriere della Sera sulla decisione della Rai di non trasmettere in prima serata gli sport di combattimento. ATTO GRAVE E INAUDITO - "Si tratta di un atto gravissimo e inaudito - ha aggiunto il numero 1 dello sport italiano -, per il quale chiedo al Presidente Tarantola, al Direttore Generale Gubitosi e al Direttore di Rai Sport De Paoli un immediato cambio di strategia perchè tale decisione rappresenta un affronto alla storia dell'olimpismo e dello sport italiano, nonchè l'esatto contrario di quello che viene normalmente definito 'servizio pubblico'". "Inoltre, vietando ai minori la visione di tali sport - ha sottolineato ancora Petrucci - si offende anche il senso comune e l'intelligenza di quei genitori che, sull'onda dell'entusiasmo dei recenti Giochi Olimpici di Londra, dove queste quattro discipline hanno contribuito al medagliere azzurro con sei podi (pari al 21,4%), hanno portato in massa i loro figli ad iscriverli nelle palestre di tutt'Italia di pugilato, judo, lotta e taekwondo". "La crescita di nuovi tesserati in tali sport - ha concluso - procede amaramente di pari passo con l'assurdità di certe scelte di ottusa burocrazia che lo sport italiano respinge con fermezza e di cui avremmo fatto volentieri a meno". PRESIDENTE FPI SCRIVE A DG RAI - "Sono ancora incredulo per la spiacevole vicenda che apre le porte ad una discussione condivisa da chi ama lo sport e lo pratica con grande passione. È un colpo basso al pugilato italiano che ha sempre collaborato con grande entusiasmo e disponibilità con Rai Sport instaurando un rapporto che negli anni ha permesso ad entrambi di crescere nel rispetto delle reciproche professionalità". Il presidente della federazione pugilistica italiana (Fpi) Franco Falcinelli, che è anche presidente della commissione tecnica dell'Aiba, l'ente mondiale della boxe olimpica, esprime "il più totale dissenso in merito all'ultima direttiva della Commissione Coordinamento Palinsesti Rai, su indicazione della Commissione di Vigilanza, che prevede l'embargo degli eventi pugilistici con messa in onda in seconda serata sulle emittenti di Rai Sport, nello specifico a partire dalle ore 22.30". "E poi, sulla scia dei successi che il pugilato italiano ha ottenuto ai Giochi di Londra 2012 - continua Falcinelli -, sottolineati a gran voce dalle emittenti Rai, trovo illogico e fuori luogo, direi quasi paradossale, che il pugilato venga penalizzato proprio da chi continua a fare audience con i nostri medagliati olimpici invitati in importanti trasmissioni Rai". Falcinelli ha quindi deciso di scrivere una lettera al direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, per fargli presente che "associare una disciplina sportiva ed olimpica come il Pugilato a manifestazioni di tipo violento è sconcertante e degna di una ignoranza culturale che la Rai in quanto servizio pubblico non può tollerare. Inoltre quanto deciso dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e sancito nell'art.10 comma 2 "Tutela dei minori nella programmazione televisiva" della Legge del 3 maggio 2004 non fa riferimento nè al pugilato, nè ad altri sport di combattimento". Secondo Falcinelli si tratta di "un'interpretazione sbagliata di quelli che sono i parametri di una formale censura o forse semplicemente l'intuizione dettata da un retaggio culturale ormai obsoleto e fuori moda". "La pregherei di informare i suoi collaboratori - scrive ancora Falcinelli a Gubitosi - che il pugilato è lealtà, educazione al rispetto delle regole e dell'avversario, è verità della competizione ed è uno sport 'pulito' da consigliare alle giovani generazioni per migliorarne le qualità morali ed umane. Vorrei evidenziare quanto il pugilato non sia stato mai protagonista di episodi di violenza sul campo, come invece siamo abituati ormai a vedere nell'ambito di altri sport. Anche in Italia, da molti anni, il pugilato educativo oramai è una realtà tangibile. Le esperienze avviate negli Istituti di Pena e Rieducazione di Firenze, Roma, Torino, Milano, Napoli e Airola e negli Istituiti Scolastici e nelle Università, con l'introduzione di corsi nelle scuole medie superiori e presso le Facoltà di Scienze Motorie, rappresentano per noi una vittoria culturale di grande importanza. Esempio della nuova considerazione umanistica della boxe è l'istituzione del Corso di Avviamento al Pugilato di 15 futuri sacerdoti al Seminario di Bergamo promosso da Don Alessandro Messi". Intanto però la decisione della Rai provoca una prima conseguenza a livello pugilistico: "a Londra con l'introduzione e il successo del pugilato femminile - spiega Falcinelli - siamo andati oltre il raggiungimento delle pari opportunità ed abbiamo dimostrato il valore tecnico delle atlete e la riconferma del pugilato come sport per tutti. E ora trovo quindi alquanto discutibile la scelta di relegare in seconda serata la messa in onda di un evento come i Campionati Italiani Femminili che per giunta era stato programmato nel palinsesto di Rai Sport in 'prime time'". |
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