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MIRKO LARGHETTI TENTA IL MONDIALE A BERLINO

 

 

Prima di lui 77 italiani ci hanno provato

di Giuliano Orlando

Non perdere mai la grande occasione. Questo deve essersi detto Mirko Larghetti, il gigante di Frontino, minuscola perla collinare dell’urbinate, nella zona di Montefeltro, dove Mirko ha deciso di vivere, mettendo su famiglia, moglie e due figli, cercando di ottenere con la boxe la quadratura del cerchio quotidiano. Qualche giorno addietro Salvatore Cherchi, il suo manager, lo ha chiamato, proponendogli quello che non ti aspetti: “C’è la possibilità di disputare il mondiale WBO contro Marco Huck (37-2-1) a Berlino il 29 marzo. Che ne dici?”. Risposta affermativa con l’esclamativo dell’entusiasmo, visto che su quella strada era incamminato, con un percorso sulla carta più laborioso. Larghetti non è più un ragazzino, ha compiuto 31 anni, professionista dal 2009 dopo la conquista del tricolore dilettanti la stagione prima a Milano. Per la cronaca, nello stesso anno, Marco il serbo, era diventato campione del mondo. Spuntato tardi, ha bruciato le tappe: primo titolino (Internazionale Silver WBC) nel 2011, poi la cintura UE massimi leggeri, lo scorso giugno a Bertinoro, battendo Vincenzo Rossitto (43-8-2), difesa a novembre contro Stiepan Vugdelija (Cro 8-2) superato ai punti. Si stava preparando per la semifinale IBF da contendere all’inglese Ola Afolabi (20-4-3) l’opportunità di battersi col campione, il cubano Pablo Hernandez (28-1) o il polacco Pawel Kolodziej (33) nella prevista sfida del 29 marzo a Berlino. Improvvisamente Hernandez viene colpito da una forte gastrite e l’incontro salta. Mister Wilfried Sauerland non può cancellare l’evento e trova la soluzione sostitutiva con Huck, l’altro king della sua scuderia versione WBO. Chiede a Cherchi se Larghetti è disponibile. Risposta affermativa ed ecco la grande occasione. “I pronostici sono per il campione – non fatica ad ammetterlo il manager – ma sono convinto che Mirko sarà un sorpresa per i tedeschi. Diversamente avrei declinato l’offerta. Oltretutto l’alternativa era incontrare l’inglese Afolabi che è la bestia nera di Huck. Arrivando direttamente al mondiale. Senza dimenticare che l’italiano salirà sul ring con l’adrenalina a mille, e disputerà il match della vita. Ci proverà con tutta la convinzione che può avere un pugile alla prima grande occasione. Ripeto, Huck è il favorito assoluto, ma Larghetti non ha nulla da perdere e giocherà le sue carte al meglio”. Il discorso non fa una piega. E ha una motivazione in più, che illustra ancora Cherchi: “Larghetti stava preparandosi per una sfida importante e quindi lavorava per raggiungere la migliore condizione. Huck non aveva una match in programma a tempi brevi. Senza mettere in dubbio che il campione sia sempre in allenamento, è pensabile che comunque non arriverà al top, essendo una difesa volontaria che sulla carta non presenta grandi problemi. I pronostici danno il tedesco 1 a 10. Mi sta bene, ma il ring potrebbe dire qualcosa di diverso. D’altronde tentare un mondiale è il massimo per ogni pugile”. Marco Huck è alla 13° difesa, se la supera scavalca l’inglese Johnny Nelson col quale divide il primato. Nato a Ugao in Serbia l’11 novembre ’84, la famiglia si trasferisce a Bayern in Germania nei primi anni ’90 e il giovane Marco prima della boxe, pratica il taekwondo dove conquistato un mondiale di categoria. Il pugilato lo incrocia solo nel 2003 a 18 anni e nel 2004 passa professionista. Si distingue per la forza fisica, vince i primi dieci incontri per ko. Il 16 dicembre 2006, al 17° match, conquista la cintura dell’Unione Europea a scapito di Pietro Aurino. Che finisce battuto per ko al secondo round. In realtà la sfida tra i due già al primo round scende a livello di rissa. Entrambi offrono il peggio. Quando l’arbitro ferma l’indegna battaglia sono arrivati alla…savate. L’ultimo calcio è dell’italiano, così vince l’uomo di casa. La stagione dopo, sale sulla cima d’Europa e nel 2008 tenta la conquista del mondiale sul ring di Bielefeld a settembre, ma Steve Cunningham, titolare IBF, è troppo forte ed esperto e all’ultimo round lo mette al tappeto. Riprende sei mesi dopo, arrivando dopo soli tre incontri al titolo continentale. Il 29 agosto 2009 ad Halle in Germania, scalza l’argentino Victor Ramirez, alla prima difesa. Sono trascorsi cinque anni e il serbo di Germania è ancora titolare della cintura WBO. Tra una difesa e l’altra, il 25 febbraio 2012, a Stoccarda, incrocia i guantoni col russo Alex Povetkin, campione WBA massimi. Il match sorride al campione solo per decisione a maggioranza. Nella parte finale Alex rischia di arrendersi, ormai esausto. Si è parlato di rivincita, finora inevasa. L’ultima difesa cruiser l’ha disputata contro Firat Arslan, veterano di 43 anni, finito ko al 5° round. Adesso tocca a Mirko Larghetti, il terzo italiano della serie. Dopo Aurino, il 25 ottobre2008 a Oldenburg, per la cintura europea il veneto Fabio Tuiach regge meno di due riprese. Un match impari per la netta inferiorità atletica del campione. Huck non è picchiatore puro e neppure un tecnico elegante. Boxe piuttosto elementare, ma la differenza sta nella forza atletica che sprigiona, quasi sempre determinante. L’età, 29 anni, gli consente altre stagioni di vertice e sicuramente ribusserà al titolo dei massimi, supportato dalla Sauerland l’organizzazione che grazie alla presenza televisiva della potente ARD, può permettersi di allestire programmi di alto livello e battere la concorrenza europea e non solo. Huck infatti non solo vive di boxe, ma può permettersi lussi da signore. Recentemente ha sposato un ricca ereditiera svizzera e la casa che fattasi costruire è degna degli attori più famosi. Ama la bella vita, frequenta il mondo dello spettacolo, in apparenza sembra soggetto svagato, in realtà non si presenta mai impreparato agli appuntamenti. Sicuramente il poter combattere in casa lo ha favorito in alcune occasioni dove il verdetto poteva essergli avverso. Dei 40 incontri in carnet, uno solo l’ha disputato all’estero. Nel gennaio 2007, difese la cintura UE a Basel in Svizzera, battendo Ismail Abdoul ai punti. Gli altri 39 match sempre all’ombra del proprio campanile. Mirko Larghetti, tenterà l’impresa impossibile e sarà il 78° italiano a battersi per un mondiale. Chi furono e come si sono comportati questi nostri pugili che ci hanno provato? Lo saprete nel prossimo articolo, entrando nel dettaglio dell’argomento.
 
Giuliano Orlando

 

 

 

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