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Il 28 novembre 1933, Tamagnini defraudato contro PerezOttant'anni fa una sfida ai massimi livelli internazionalidi Alessandro Bisozzi Erano passati otto mesi da quando Vittorio Tamagnini aveva affrontato Victor Young Perez, nell'elegante salone del Palais de la Mutualité di Parigi. Ora si preparava a concedergli la rivincita. Vittorio Tamagnini ritratto a New York In quell'occasione, Vittorio lo aveva battuto piuttosto nettamente e per l'ex campione mondiale dei pesi mosca, il prodigioso tunisino che cominciò la carriera professionistica a sedici anni, fu un boccone difficile da digerire. Quell'incontro, organizzato dall'impresario americano Robert Diamond (Diamant prima di trasferirsi in Francia), fu per Tamagnini l'ennesimo successo dopo aver sconfitto il campione d'Europa dei pesi gallo Domenico Bernasconi e il campione del mondo Panama Al Brown. Il piccolo peso piuma di Civitavecchia diventò così famoso dopo quelle tre vittorie, che il più grande organizzatore di incontri di pugilato in Europa, l'americano Jeff Dickson, si scomodò da Parigi, suo quartier generale, e arrivò a Roma per convincerlo a firmare un contratto con lui. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per averlo nella sua scuderia, già piena zeppa di campioni. Young Perez aveva ventidue anni ed era già stato campione di Francia e del mondo. Un cavallo di razza il tunisino, un talento naturale rivestito da cinquantaquattro chili di muscoli assolutamente adattati al pugilato. Due anni prima aveva affrontato il portentoso Valentin Angelmann, al Salle Wagram di Parigi, e al termine di quindici bellissime riprese si portò a casa il titolo francese dei pesi mosca. Quattro mesi dopo, sempre a Parigi, nello stupendo scenario del Palais des Sports, a strappare il titolo del mondo al "vecchio" Frankie Genaro (medaglia d'oro alle Olimpiadi di Anversa del 1920) ci provò inutilmente prima Angelmann, poi Victor tre settimane più tardi. Alla seconda ripresa, un crochet destro alla mascella manda al tappeto l'italo americano che per riprendersi aspetta in ginocchio il conteggio dell'arbitro. Frastornato dal potente colpo subìto, Genaro fa male i suoi conti e quando si rialza l'arbitro ha già sollevato in aria il braccio del tunisino. Ad appena vent'anni, Perez era campione del mondo di pugilato. Victor Young Perez Il 28 novembre 1933, nella grande sala del cinema "Palmarium" di Tunisi, sua città natale, Victor Perez ha l'occasione di riscattare la bruciante sconfitta subita da Vittorio Tamagnini. I suoi detrattori lo vedevano già finito dopo alcune prove poco convincenti, soprattutto dopo la seconda battuta d'arresto che Jackie Brown gli aveva imposto dopo avergli strappato il titolo del mondo l'anno prima. Qualcuno attribuiva il suo scarso rendimento alle tante fughe d'amore che Victor si concedeva sempre più spesso con l'attrice Mireille Balin. Ma non era così e appena un mese prima di affrontare Tamagnini, il tunisino lo dimostrò con una prestazione superba, imponendosi sul meraviglioso bantam Kid Francis (il napoletano Francesco Bonaugurio), al Palais des Sports di Parigi. Il cinema "Palmarium" è stracolmo all'inverosimile la sera del 28 novembre, mentre alcuni screzi tra i giudici francesi e la delegazione italiana ritardano l'inizio delle ostilità. L'avvio è bruciante. Con un riuscito montante al mento Tamagnini scaraventa l'avversario alle corde, poi lo centra di rimbalzo con un diretto sinistro che si pianta, come una picconata, tra lo zigomo e il naso. Perez accusa, è costretto alla fuga e il civitavecchiese lo chiude alle corde dove lo tempesta con una grandinata di colpi. Il confronto prosegue con il tunisino in chiara difficoltà davanti all'irruente azione offensiva del rivale che col passare del tempo sembra intensificare gli attacchi. Alla quinta ripresa il tunisino appare sfinito, sembra sul punto di cedere quando all'improvviso, nel mezzo di un fitto scambio di colpi, alza un braccio e segnala un colpo basso. L'arbitro sospende l'incontro per consultare i giudici. Era fin troppo evidente a tutti che nessuna irregolarità era stata commessa, ma intanto Perez ha modo di riprendersi. La seconda parte del match vede la netta supremazia di Tamagnini che riesce a dare al combattimento un ritmo assolutamente insostenibile per l'ex campione del mondo, il quale è costretto più volte ad interrompere le azioni offensive ricorrendo al clinch. La comunità italiana è tutta in piedi, esaltata dallo stupendo combattimento appena concluso. Tamagnini ha vinto ed è quello che hanno visto tutti. Tutti, meno i due giudici francesi i quali danno la vittoria a Young Perez tra l’incredulità, subito mutata in gioia, perfino degli stessi spettatori tunisini. Tutti i cronisti presenti, perfino quelli francesi, trovarono il verdetto ingiusto. I giornali italiani gridarono allo scandalo, mentre i quotidiani del posto, cautamente, parlarono di «... infelice decisione», dichiarando, senza sbilanciarsi troppo, che un verdetto di parità sarebbe stato più giusto. Tamagnini non recrimina e rimanda il riscatto alla prossima occasione che purtroppo per lui non avverrà mai. Vorrei consigliare a tutti la visione del bellissimo film di Jacques Ouaniche, in uscita in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane, che parla della vita e della triste fine di uno dei più grandi pugili di ogni tempo: Victor Young Perez. Alessandro Bisozzi |
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