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Dante Canè contro Mario Baruzzidi Priminao Michele Schiavone Il bolognese Dante Canè conquistò e perse più volte il titolo di campione italiano dei pesi massimi, così come lo mantenne ripetutamente. Durante il suo quarto regno, il 9 aprile 1976 a Reggio Emilia, mise in gioco il primato nazionale contro il bresciano Mario Baruzzi, in un’attesa rivincita. L’emiliano conservò il titolo quando il lombardo venne squalificato nella sesta ripresa e riscattò l’insuccesso riportato tre anni prima per la corona vacante, sfuggìtagli dopo 12 tempi. Canè nacque il 5 giugno 1940 a Bologna, dove intraprese la carriera a torso nudo il 18 dicembre 1964. Nella sua città natale aveva iniziato a tirare i primi pugni nel marzo 1959, anno in cui a Pescara vinse il campionato italiano riservato ai novizi. In seguito vinse per tre volte il campionato destinato ai dilettanti: nel 1962 a Modena, nel 1963 a Pesaro e nel 1963 a Napoli. Nel contempo si guadagnò tre medaglie a livello internazionale: oro ai campionati mondiali militari del 1962 in Lussemburgo, bronzo ai campionati europei del 1963 a Mosca, allora Unione Sovietica, oro ai giochi del Meditteraneo del 1963 a Napoli. Al terzo incontro professionistico pareggiò con l’argentino Eduardo Corletti; dopo alcuni successi prima del limite venne squalificato dinanzi al tedesco Harry Kneip e riportò il risultato di no-contest con il laziale Celio Turrini. Nel 1966 si affermò anche sul cremonese Benito Penna e il ferrarese Giuseppe Migliari; pareggiò con il francese Joseph Juvillier che sconfisse nel secondo match. L’anno seguente, dopo due facili trionfi, il 29 marzo a Torino concorse al suo primo campionato nazionale dei pesi massimi incrociando i guantoni con il guardia destra bresciano Piero Tomasoni, dal quale rimase sconfitto ai punti. Il 18 settembre debuttò a New York, piegando Jerry Tomasetti nel primo round; il 10 novembre ancora nella grande mela cedette sui 10 tempi a James J.Woody. Nel 1968 fece risultato nullo con l’americano Billy Joines, poi superò lo statunitense Charley Polite, l’argentino Jose Menno, il mancino americano Dick Hall e ancora Jerry Tomasetti a Scranton, nel New Jersey. Chiuse la stagione a Toronto, in Canada, cedendo al locale George Chuvalo. Aprì il 1969 a New York dove venne superato ai punti dal peruviano Roberto Davila. L’11 giugno ebbe la seconda occasione tricolore, ancora contro il mancino lombardo Piero Tomasoni, che sconfisse al termine delle 12 riprese combattute sul ring di Sanremo. In ottore a Napoli rimase sorpreso dal britannico Rocky Campnell. Tornò al successo nella sua città l’1 dicembre, quando mantenne il titolo contro il bresciano Tomasoni, affrontato per la terza volta, con il verdetto di ferita proclamato nell’ottava sessione. Nel gennaio dell’anno seguente a Roma non andò oltre il pari con l’americano Roosevelt Eddie e in maggio cedette il titolo italiano al fiulano Bepi Ros, vincitore nell’undicesima frazione. Nel 1971, dopo due rodaggi positivi, il 2 ottobre a Bologna riprese la cintura nazionale dal trevigiano Bepi Ros con verdetto ai punti. Seguirono un successo convincente e una sconfitta beffarda che gli costò il titolo italiano di fronte al guardia destra brescaino Armando Zanini. Ancora tre risultati positivi nel 1972 e l’8 luglio a Conegliano venne respinto in 12 tempi da Bepi Ros, nel suo settimo campionato nazionale. Il 28 novembre Canè affrontò a Nottingham, in Inghilterra, il campione europeo Joe Bugner, impegnandolo per sei riprese in un confronto senza cintura in palio. Una vittoria nell’anno seguente gli valse la qualifica a gareggiare per il vacante campionato italiano: il 25 luglio a Rapallo dovette assistere al trionfo di Mario Baruzzi al termine delle 12 riprese. Il 22 febbraio 1974 a Reggio Emilia impose l’abbandono nella decima frazione al lombardo Armando Zanini, riscattò l’amaro verdetto sofferto oltre due anni prima e vinse il vacante titolo tricolore. Il 26 luglio conservò la corona dopo aver pareggiato con Bepi Ros a Conegliano. Lasciò vacante il titolo e concentrò i suoi sforzi sulla sfida al campionato EBU posseduto dall’inglese Joe Bugner: il 28 febbraio 1975 a Bologna vide avverarsi la sua opportunità, ma una ferita gli negò ogni possibilità di successo e nel quinto round venne fermato senza appello. Il bolognese ritornò a mirare l’obiettivo nazionale e il 24 ottobre a Milano sovrastò anzitempo il lombardo Lorenzo Zanon, togliendogli il titolo italiano. Si confermò campione contro Benito Penna, suo avversario di nove anni prima, e il ricordato Mario Baruzzi. Il 21 luglio a Bilbao si misurò per 12 riprese con lo spagnolo Juan Manuel Urtain, in un confronto valevole come semifinale al titolo continentale, il cui esito fu assegnato al pugile di casa. Il 30 settembre affrontò a Reggio Emilia per la quinta volta Bepi Ros e lo superò dopo 12 riprese, conservando il titolo italiano. Il 5 marzo 1977 a Rimini dovette concedere la chance all’imbattuto locale Alfio Righetti, 12 anni più giovane, e perse la cintura per la terza volta, con verdetto ai punti. Il 3 dicembre a Montecchio Maggiore conquistò il quinto titolo, vacante, a spese del locale Giacinto Cattani, superato sulle 12 riprese. Abbandonò la cintura italiana e dopo due successi e un risultato nullo, il 26 dicembre 1978 a Bologna sfidò il campione europeo Alfredo Evangelista, spagnolo di origine uruguayana nato 14 anni dopo dell’italiano. Canè chiuse la carriera quel pomeriggio, nella quarta frazione di una sfida prevista sulle 12 riprese, al combattimento numero 66: 44-15-6-1 nc. Primiano Michele Schiavone |
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