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ABIS, IMPEGNATO IL 26 MAGGIO, ANALIZZA LA SUA CARRIERA PASSATA E FUTURAdI Giuseppe Giallara CAGLIARI, APRILE - Luciano “Bazooka” Abis (32-2-1) è in pieno allenamento nella palestra dell'A.P. “Franco Loi” sotto lo sguardo vigile dei suoi maestri Marco Scano e Fabrizio Cappai. Il 26 maggio lo attende un fight difficile contro il polacco Rafal Jackiewicz (40-10-1) dal quale dipenderà il suo futuro di pugile ad alti livelli. Il welter cagliaritano di stanza a Quartu Sant'Elena sa che non potrà permettersi di fallire questa chance ed è molto motivato e puntiglioso nel rispetto del programma di allenamento che si è imposto. “Mi è capitato di leggere - esordisce - che si sta cercando uno sfidante europeo per Leonard Bundu, ma nessuno ha fatto il mio nome. Eppure, la mia prossima difesa del titolo EU dei welter contro l'ex campione continentale Rafal Jackiewicz sarà valida anche come semifinale al campionato d'Europa. Matthew Hatton non è più riconosciuto come challenger, Kell Brook e Jan Zaveck inseguono il titolo mondiale, quindi restiamo io e il pugile polacco.” Contro il quale ha già combattuto una volta... “Sì, il 28 febbraio del 2009 a Lublino per il titolo europeo, con un infortunio al gomito destro che mi ha costretto a usare soltanto il sinistro. Nonostante ciò, ho perso solo di misura, e nella seconda ripresa l'ho purtroppo raggiunto con un gancio sinistro alla mascella che lo ha scosso” Perché purtroppo? Perché, dopo aver incassato quel colpo, ha pensato bene di girare al largo evitando gli scambi ravvicinati, e nelle mie condizioni non ero in grado di braccarlo come avrei voluto. In ogni caso, Jackiewicz non è l'ultimo arrivato, per cui credo che si potrà assistere a un match duro tra me e lui. Perciò, per non mettere il carro davanti ai buoi, prima di bussare alla porta di Leonard Bundu dovrò battere il pugile polacco”. Anche contro Bundu ha già combattuto una volta... “Si, il 15 giugno del 2007 al Palalido di Milano. Tre riprese scarse di fuoco, prima che il match venisse interrotto con il verdetto di pari tecnico per ferita. Sono stato contato, ma l'ho anche fatto inginocchiare con un gancio destro alla mascella, il tutto nel primo round; sono convinto che se ne sarebbero viste ancora delle belle. Ritengo che un nuovo fight tra noi due sarebbe uno spettacolo assicurato in partenza”. Poi, la scorsa estate ad Arborea è arrivato il ko contro Moroseks... “Si. Stavo bene fisicamente, ma ero mentalmente stressato per problemi di lavoro. Contrariamente al mio solito, sono salito sul ring senza la necessaria concentrazione. Ho preso due destri a freddo ed è finita lì. Una giornata no, si potrebbe dire. Ma ho capito il mio errore. Non ho minimamente risentito dell'infortunio, come se quel match non lo avessi mai disputato”. E infatti, immediatamente dopo è andato a vincere per ko in Francia. “Ho difeso il titolo a Laval contro lo sfidante ufficiale e beniamino di casa Stanislas Salmon che non era un avversario per nulla facile. Sono orgoglioso e mi sono preparato in silenzio al riscatto, deciso a rientrare a casa da campione in carica. Gli organizzatori hanno cercato di farmi innervosire, non mi hanno favorito nel vitto e nell'alloggio e avevano già pronti i calici e lo champagne per festeggiare la vittoria del loro pugile, la cui foto era presente in tutti i negozi della città. Invece è finita che nel secondo round Salmon è stato spedito al tappeto per il conto totale e i francesi sono cambiati nei miei confronti. Mi hanno applaudito a lungo, mi hanno fatto i complimenti e il procuratore del mio avversario si è detto interessato a farmi sostenere a Laval una nuova difesa del titolo. Se dovesse capitare, ci ritornerei volentieri, anche perché sono abituato a combattere all'estero senza problemi”. Come ogni professionista che si rispetti... “Questo credo di esserlo. Mi alleno tutti i giorni senza saltarne uno, sia che debba combattere o no. Forse anche per questo, a 32 anni mi ritrovo fresco e maturato, meno incline di prima a innervosirmi nel corso del combattimento. Ho acquisito anche una buona esperienza, ma ritengo di avere ancora molto da imparare, per cui sono sempre curioso e desideroso di apprendere. Questo mi sembra il momento buono per tentare di nuovo le chance importanti, con la guida di Marco Scano, di mio zio Fabrizio Cappai, del mio manager Christian Cherchi e della Opi 2000”. A proposito di Cappai, suo cugino Manuel ha compiuto una bella impresa... “Sono felicissimo per lui perché è bravo e lo merita. Partecipare alle olimpiadi a diciannove anni non è da tutti. Gli auguro tanti nuovi successi. Per tornare a Leonard Bundu? “Lui è il mio primo obiettivo dopo la difesa con Jackiewicz. E' un campione e lo rispetto. Lo invito a incrociare nuovamente i guantoni con me perché, a prescindere da chi vincerà, sono sicuro che ne verrà fuori un grande match che farà onore alla boxe italiana e internazionale”. Siamo d'accordo con Luciano Abis. Un combattimento tra il “Bazooka” isolano e il campione di Freetown, fiorentino di adozione, sarebbe un match tutto da vedere. Prima, però, come ha giustamente sottolineato lo stesso campione EU dei welter, Abis dovrà confermare contro un avversario forte ed esperto come Rafal Jackiewicz di meritare la chance. Giuseppe Giallara
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