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Notizie

LIBRI DI SPORT, RASSEGNA DI GIULIANO ORLANDO

 

 

Andare in bici. Le ragioni del pedalare

Ercole Giammarco – Garzanti editore – Pag. 160 – Euro 12,90.

La bicicletta è il futuro delle città. Da Copenaghen a Bogotà l’auto lascia il passo ai pedalatori.

E’ un ritorno alle origini? Sembra proprio così, stando alle ultime statistiche rilevate non solo nell’Europa del Nord. Gli abitanti delle grandi metropoli stanno riscoprendo la vecchia e gloriosa bicicletta, lasciando ferma l’auto. Gli esperimenti messi in atto a Copenaghen, Stoccolma e Dublino, adesso anche a Bogotà in Colombia e in Brasile, stanno dando risposte positive. Il problema è attuale, oltre che globale. La metropoli è un coacervo convulso, senza soluzione di continuità. Le soluzioni alternative non mancano, ma forse la più realistica, sembrano dar ragione agli idealisti del pedale. L’autore di questo lavoro ne è convintissimo e cerca di spiegare il perché di tanta fede. Un po’ come fece Dante con Virgilio, per i suoi viaggi nei vari gironi, ha scelto quale guida Fabio Lopez, il direttore del progetto Ciclabilità del Comune di Milano. Prima di entrare nel programma meneghino, documenta con i numeri gli esempi di due metropoli emblematiche per la loro diversità, convertite alla stessa scelta. Nella capitale della Danimarca circolano 650.000 bici e 125.000 auto. Il 52% degli abitanti usa la bici negli spostamenti, usufruendo di 359 km. di piste ciclabili. In quella della Colombia vivono oltre 8 milioni di persone. Fino agli anni ‘90 nel caos assoluto. Poi qualcosa è cambiato. Hanno costruito piste ciclabili per 300 km. Da zero praticanti si è passati al 6%, poco, eppure sufficiente per cambiare la faccia del traffico. E Milano, e l’Italia? Ci si sta provando, sia pure tra mille difficoltà finanziarie e strutturali. Le nostre città hanno l’urbanistica più antica del mondo, strade strette e quartieri sovraffollati con poco verde. Eppure la bici avanza per passione e necessità: un vento inarrestabile. Nascono progetti come quello del Politecnico di Milano, chiamato appunto Vento (Venezia-Torino), per realizzare una pista ciclabile di circa 700 km. dalla Laguna al Po. La difficoltà maggiore è che i comuni ricevono introiti dall’edilizia, che con la bici ha poco feeling. Concetto destinato a cambiare, perché salvare l’ambiente è utile anche ai comuni. Per capirlo l’invito è leggere questo libro che diverte e informa.
Giuliano Orlando
 

The Fall – Ascesa e caduta di Lance Armstrong

Juliet Macur – Sperling & Kupfer – Pag. 360 – Euro 18,00.

Un campione contro le regole. Libro verità, un processo senza appello.

 
Il processo è arrivato alla fase finale. Senza altri appelli. Il re è nudo, pieno di vergogna. Il Bonaparte del ciclismo ha trovato la sua Waterloo nell’ingordigia infinita di voler vincere sempre, nel disprezzo delle regole, vittima di una mentalità che ha origini lontane. Ragazzino succube inconsapevole di una madre possessiva e protettiva da renderlo intollerante alla disciplina in ogni settore, vittima di vari padri da quello naturale ai putativi, nel corollario dei divorzi di mamy Linda. I libri su Armstrong, compresa l’autobiografia scritta con Sally Jenkins, non sono pochi, in ognuno spunta sempre qualcosa che sa di proibito, ma trova il paravento del ‘tutti lo fanno’. In questo caso è un processo senza appello, perché racconta con precisione chirurgica l’ascesa e “The Fall”, di un uomo al quale la natura ha concesso i geni del campione. Ma a Lance questo non basta. Fin da subito, dalle prime pedalate, e ancor prima quando praticava il triathlon e si succedevano coloro che intravvedevano nel giovanotto qualità ottimali e cercavano di metterle e a fuoco. Finendo per cuocersi a loro volta. Un romanzo verità tragico, che inizia dall’ultimo evento, come è accaduto ai dittatori africani o del Centro America. Un Battista a due ruote, che vede crollare il frutto di un impero costruito sul doping. L’addio alla villa nel suo Texas, acquistata con i guadagni dei sette Tour e non solo, con quelli di sponsor che adesso lo hanno ripudiato e ne chiedono i danni d’immagine. Un film su carta, con centinaia di attori che ruotano attorno ad un protagonista discusso e irriverente. Si susseguono alchimisti come il dottor Ferrari, allenatori, compagni di fatica, ammiratori e compagne, tutti ingoiati nel girone dantesco del doping, che sembra l’unica risorsa che appaga la sfrenata voglia di vincere di questo texano. Prima e dopo il passaggio nel tunnel del tumore, superato, al contrario del suo inseparabile amico, consigliere, massaggiatore nonché avvocato J. T, Neal per un decennio, che soccomberà al male. Di grande impatto emozionale la rincorsa verso l’imbattibilità di Armstrong, in una selva di esami che rifiuta, le agenzie che lo inseguono, i compagni che subiscono la sua personalità perversa, amici di sempre che ad un certo punto lo tradiscono, sentendosi a loro volta traditi, Incalzante come un giallo di classe. Finisce nel modo peggiore. Perché la caduta è davvero fragorosa, anche se il gigante non ha gettato del tutto la spugna.
Giuliano Orlando 
 

E’ facile vincere la (tua) maratona se sai come farlo

Riccardo Bruno e Maurizio Lorenzini – Newton Compton Editori – Pag. 288 – Euro 9,90.

Le ricette di chi sceglie la corsa lunga. Saper scegliere abbigliamento, allenamento e i consigli degli esperti.

Solo qualche decennio addietro, il commento più misurato verso chi affacciava nel mondo della maratona, era: è un matto! Adesso, chi corre e non prova la 42 km. vale una cicca. Il bello è che l’esercito anche in Italia incorpora sempre più adepti. Ormai la maratona è come una ricetta di cucina. Se hai gli ingredienti giusti, tiri fuori un piatto sontuoso. Ognuno è alla ricerca della portata migliore. Come in tutti i mercati, in cui l’offerta e dipendente dalla domanda, nel vasto mondo dei jogger i consiglieri non fanno difetto. Fermo restando che la maratona richiede una preparazione assoluta, non empirica. Costruita in mesi di preparazione, di sudore e fatica, sopportati col sorriso di chi ci crede. Il jogger è un soggetto unico, particolare, variegato ma senza un clone. Ciascuno vive in un mondo personale, anche se ascolta tutti, sperando di recepire la formuletta che rispecchia le proprie caratteristiche. Il tandem di autori che propone la propria ricetta non inventa nulla, semmai offre al lettore il modo più semplice per ottenere il massimo. Dispensando consigli pratici. Come vestirsi e come acquistare l’abbigliamento, entrando anche su internet, allenarsi a stomaco vuoto o pieno, dove e come:   su strada, in pista o sul tapis roulant. Quali allenamenti per migliorare. Le ripetute, i lunghi, in altura e a livello del mare. I test e la conoscenza dei limiti personali. Gli esercizi prima e dopo gli allenamenti. Le visite mediche, i problemi inerenti la preparazione, dagli intestinali e quelli del ciclo per la donne. Gli accessori vari, dal cardiofrequenzimetro agli occhiali, il cronometro e le cuffie per la musica. L’ultima parte riservata ai consigli generali, non meno importanti. Fermo restando che in ogni runners c’è un laboratorio personale, che risponde a se stesso.
Giuliano Orlando

Il romanzo delle Olimpiadi

Alfredo Pigna – Mursia editore – Pag. 350 – Euro 16,00.

I Cinque Cerchi un amore infinito. Episodi spesso inediti dei protagonisti lungo le tante edizioni.

Di tutto e tutti si può dire che il rischio dell’usa e getta è sempre dietro l’angolo. Con una sola eccezione: i Giochi d’Olimpia, nonostante gli stravolgimenti politici e sociali, sembra l’unico richiamo, capace di tenere uniti i popoli del mondo. Alfredo Pigna, voce televisiva capace di creare emozioni negli anni ’80, conduttore di classe e ottimo giornalista, ha voluto raccontare le Olimpiadi, dalle origini a quelle moderne, con uno stile leggero e scorrevole, mettendo in luce episodi abbastanza inediti, per la maggioranza in chiave italiana, ma non solo. Dalle tenniste inglesi che imposero a De Coubertin l’ingresso femminile ai Giochi di Parigi nel 1900, alla disorganizzazione dell’edizione 1904 a St, Louis (Usa), dove le discipline non ufficiali, prevalsero alla grande, trasformando i Giochi in un baraccone fieristico. Un rodeo che ricordava il mai dimenticato Far West, dove l’abilità dei cow boy venne premiata con oro, argento e bronzo. Lungo le edizioni, scopriamo i nostri eroi, che seppero conquistare le medaglie più preziose. Da Beccali a Consolini, da Berruti a Pinto, il pugile che non doveva andare a Tokyo nel ’64, partito all’ultimo momento e tornato con l’oro al collo. Il bronzo amaro di Gentile, il triplista romano, faccia da cinema e fisico da Adone. La tragedia di Monaco 1972, il trionfo di Klaus Dibiasi tuffatore d’oro in tre edizioni. A Mosca ’80, la bella favola di Patrizio Oliva, lo scugnizzo dal pugno d’oro. E avanti con tanti protagonisti capaci di lasciare il segno nel nome dello sport, nell’appuntamento quadriennale che non conosce crisi. Il riassunto finale delle ultime due edizioni (Pechino 2008 e Londra 2012) è il summit di un romanzo antico e moderno, dove i campioni non andranno mai nel dimenticatoio, perche quello olimpico è un titolo senza tempo. Gli ex, per fortuna, appartengono ad un altro mondo.
Giuliano Orlando

Portieri eroi di sventura

Fausto Bagatin – Ultra sport – Pag. 236 – Euro 16,50.

In porta sono tutti tristi e sfigati. Carrellata di straordinaria malinconia, con eroi alla rovescia.

L’uomo di Vitruvio, forse il disegno più conosciuto del sommo Leonardo da Vinci, viene portato ad esempio come la perfetta sintesi del portiere di calcio. Nella libertà del movimento assoluto, c’è la prigionia più totale nel cerchio magico. Chi è più prigioniero del portiere, nella sua libertà compressa dal rettangolo che lo avvolge? Forse è questo il motivo della tristezza che il numero uno si porta dietro come una condanna. Niente di meglio che raccontarne alcune tra le più famose, non è la prima volta che viene trattato il tema, ma una rinfrescatina non fa male a nessuno. I personaggi sono talmente forti, che la curiosità prevale sull’indifferenza. William Foulke era un ciccione inglese, alto e grasso, mutandoni ascellari degni di Fantozzi, ma col carattere del capitano e tale divenne nel Chelsea. Ma William era anche un matto, da non prendere sottogamba. Appetito sfrenato, la forza di un colosso e il carattere aggressivo che metteva paura a tutti. Se volete saperne di più, andate al museo del Chelsea dove svetta la sua statua formato naturale. Immensa. Assai più tragica la storia di Arthur Wharton, il primo portiere di colore, figlio di madre nobile ghanese e di un pastore metodista. Alla teologia preferiva lo sport. Talento puro, veloce in pista, una pantera in porta. Purtroppo la fragilità caratteriale lo portò verso l’alcolismo e l’emarginazione. Finì in miniera e morì dimenticato da tutti, una lapide senza nome. Era il 1930. Nel 2003, lo riscoprono, inserendolo nella Hall of Fame del calcio inglese. L’Italia ha una vasta gamma di portieri iellati. Da Carlo Ceresoli, che perse tutte le occasioni per giocare il mondiale nel ’38, pur essendo il migliore. Bepi Moro è morto nel gennaio del 1974, dimenticato da tutti. Solo Zoff fa eccezione: gli invia la maglia azzurra della Nazionale. Una vita disperata quella di Bepi, il calcio lo ha esaltato e punito. Specialista nel parare i rigori, un gatto nell’afferrare palle impossibili, in Nazionale compie imprese assolute. Schiavo del gioco, delle scommesse, finisce nella tagliola dello strozzinaggio. Nessuno gli tende una mano. La solitudine è l’unica compagna. Siamo all’assaggio, la sfilata è ricchissima di altri protagonisti, nessuno ha il sorriso, al massimo un ghigno triste.
Giuliano Orlando
 

I pugni degli eroi

Franco Esposito e Dario Torromeo – Absolutely Free Editore – Pag. 440 – Euro 16,00.

Il quadrato dei re del ring. Tanti campioni, ma anche tanta fantasia e dimenticanze.

La boxe è il giardino dove le emozioni sono come le margherite. Non finisci mai di raccoglierle, tanto ne spuntano altre. Le storie di ring fanno sempre presa. La boxe è lo sport più dibattuto, non ha vie di mezzo: pro o contro. Ma quando entri nel cuore di questo sport, raccontandone le gesta degli eroi, centri sempre il bersaglio. E’ la forza della noble art, perché il tasso di spettacolo che sanno offrire i cosiddetti re del ring, va oltre il confine della realtà. Per questo la facilità della descrizione porta al’esagerazione, facendo un passo oltre  i resoconti dai quali trai i resoconti. Le gesta di Robinson, Alì, Chavez, Cerdan, Carnera, Loi, Monzon, Louis, De La Hoya e tanti altri fino a Mazzinghi e Benvenuti, hanno un canovaccio cinematografico e spesso la fantasia supera la realtà, per cui le imprecisioni diventano come la licenza poetica. Nel caso di Loi confondono il nome della figlia che lo ha accudito, come la battuta sulla pioggia che un tifoso strilla nel match con Saint Luis al Vigorelli nel ’55 viene riferita a Galiana, che lo affronta l’anno dopo. Inezie, ma ripetute spesso, senza per questo far cadere l’impatto emotivo. D’altronde, i campioni trattati sono stati gli idoli d’intere nazioni. La violenza di Monzon, l’indio argentino che picchiava gli avversari sul quadrato e le amanti in ogni occasione, l’eleganza di Arguello, eroe del Nicaragua, un professore sul ring, idolatrato dai connazionali e non solo, altro artista il francese Carpentier, detto l’orchidea di Francia, papà minatore, lui l’assaggiò a dodici anni e ne fu nauseato. La boxe lo accolse come un Messia, aveva l’eleganza del ballerino, Parigi lo adorava, le attrici aspettavano solo un suo cenno. Così per quasi un ventennio. Sono affettivamente molti i campioni ospitati nel corposo tomo, ognuno è descritto con dovizia di particolari. Molti gli italiani, in un doveroso omaggio che comprende quasi tutti i meritevoli. Ripeto: quasi tutti. Aver dimenticato Bruno Arcari e Mario D’Agata fa una certa impressione, visto che nel grande romanzo della boxe sono stati guerrieri le cui storie non mancano certo di quell’impatto emotivo in cui naviga il libro. Sarà per la prossima volta? Ricordando nella bibliografia, per equità, anche le pubblicazioni scritte non solo dagli amici.
Giuliano Orlando
 

Almanacco del Ciclismo 2014

Davide Cassani e Danilo Viganò – Gianni Marchesini editore – Pag. 430 – Euro 35,00.

La Bibbia che ogni pedalatore deve avere. Imperdibile pubblicazione per tutti gli appassionati.

Siamo alla 23° edizione dell’Almanacco dedicato al ciclismo e non ci stancheremo mai di elogiare quello che ormai è diventato un compagno di viaggio per tutti i frequentatori delle due ruote da spingere a forza di gambe. Ormai un esercito sterminato, tra aspiranti campioni e la infinita ondata degli amatori che invadono ogni fine settimana le strade d’Italia. Perché ci rivolgiamo a questi e non solo agli atleti con la A maiuscola?
Costoro conoscono benissimo l’utilità della pubblicazione, quindi rientra nei compiti degli addetti ai lavori fare in modo che non manchi nel corredo di ogni professionista e dilettante, come sulla scrivania dei direttori o sul tavolo dei concessionari delle varie marche. La bici sta diventando il veicolo ideale in città, indispensabile accessorio per snellire il traffico automobilistico che rischia di trasformare le metropoli in camere a gas. A questo punto, se vai in bicicletta, devi conoscere i protagonisti dello sport, che sia pure a livello di molto soft, pratichi. Tanto più che l’Almanacco è un prato seminato a statistiche, un genere che piace a tutti. Conoscere chi ha vinto le corse più importanti, quali sono le squadre non solo in Italia ma nel mondo, la scheda dei professionisti italiani e stranieri, gli italiani accasati con squadre straniere, i club in tutti i continenti, dall’Africa all’America. Tutto sui Giri, da quello italiano al Tour, alla Vuelta. Le classifiche finali e i vincitori di tappa. Le classiche più importanti e tutti i campionati nel mondo. Una domanda. Adesso che l’autore Davide Cassani è diventato il commissario tecnico italiano, cosa ha deciso per la prossima edizione? Il nostro augurio e di mantenere il doppio ruolo.
Giuliano Orlando
 

 

 

 

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