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A Sanremo, per una sfida ritenuta arduadi Primiano Michele Schiavone In otto anni di attività professionistica svolta da Elio Calcabrini solo il 1973 fu anno di buona riuscita per lui. Nato a Cisterna di Latina, iniziò la carriera a torso nudo nel marzo del 1969 con una deludente prova conclusa nel primo tempo a causa di una squalifica a suo carico. Continuò senza mai demordere, anche se i risultati negativi rappresentavano la metà dei positivi. Non gli mancò mai, buon per lui, la carica agonistica e lo stimolo a continuare. Seguitò a svolgere il lavoro di muratore di giorno e a frequentare la palestra di sera, sognando sempre di raggiungere le posizioni più elevate nella classificazione nazionale. La sua tempra lo portò a sostenere estenuanti sessioni di allenamento con l’argentino Carlos Monzon, campione mondiale dei pesi medi, che frequentava la palestra romana quando combatteva nel vecchio continente. Nel 1973 gli toccò finalmente l’occasione di competere per il campionato italiano dei pesi medi e l’1 agosto di quell’anno, a Modigliana, in provincia di Forlì, affrontò il titolare Sauro Soprani, portandogli via il titolo a causa di una ferita che il forlivese riportò e fu giudicata rischiosa nell’ottava ripresa. Nel frattempo il danese Tom Bogs, campione Ebu per la seconda volta tra i pesi medi, lasciava al cintura continentale di quella categoria per tornare a militare tra i mediomassimi, nella cui divisione era stato titolare alcuni anni prima. Fu così che l’Ebu, trovandosi con la cintura europea vacante, dovette scegliere un cosfidante al challenger già designato, l’inglese di origine giamaicana Bunny Sterling, campione britannico in carica, che vantava un successo ai punti sul danese ottenuto a Copenaghen. Dato che l’Italia aveva un nuovo campione nazionale, il laziale Elio Calcabrini, fu facile reperire il secondo nominativo per la disputa del campionato. Le scarse credenziali dell’italiano convinsero, insieme a un cospicuo ingaggio, il pugile d’oltremanica a venire nella nostra penisola per giocarsi la carta continentale. Il 25enne Sterling, classificato ‘prizefighter’ dal settembre del 1966, aveva collezionato i titoli British e Commonwealth dei pesi medi, e concorso una volta al campionato continentale, perdendo nella quattordicesima sessione contro Jean Claude Bouttier. Il 7 novembre del 1973 a Sanremo, in provincia di Imperia, venne fissato l’appuntamento per lo storico incontro tra il 26enne Calcabrini e Sterling. La stampa italiana, non convinta delle potenzialità del proprio rappresentante, non solo non volle scommettere sulla buona riuscita della sfida, non considerando il cuore che il cisternese sapeva mettere in campo, ma scrisse addirittura che Elio Calcabrini 'tentava la fortuna'. Fu proprio quel muscolo, ben lubrificato da una intensa preparazione fisica, a realizzare il risultato finale. La sua aggressività, arma migliore sfoderata a dovere, contrapposta alla tecnica e alla precisione dei colpi, fu il tema principale che portò Calcabrini, 15-6-2, a godere del verdetto conclusivo contro Sterling, 28-13-4. Alla fine il risultato non fu pieno, perché il verdetto fu decretato a maggioranza, con due cartellini a favore dell’italiano e uno a vantaggio dell’inglese, ma il successo ci fu. All’indomani, sempre la stessa stampa italiana, per non smentire le previsioni lanciate nei giorni prima, scrisse di 'verdetto casalingo' e di 'pugile cenerentola'. Sembra che Calcabrini per quell’impresa abbia incassato solo 750 mila lire. Come dire: combatté solo per la gloria. Primiano Michele Schiavone |
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