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Anche il pugilato italiano può vantare un cutman professionista, con tanto di qualifica funzionale e di perizia. Il suo nome è Federico Catizone. Ma di lui vogliamo parlare dopo una breve panoramica su alcune figure chiave che hanno onorato questa professione, con una competenza addirittura cattedratica. (Federico Catizone con Manuel Ernesti) La stampa internazionale di pugilato ha riportato la notizia delle morte del “cutman” Joe Souza, deceduto all’inizio di questa settimana a San Antonio in Texas. La stessa ha ricordato la sua presenza agli angoli di pugili famosi quali Arturo Gatti, Jesse James Leija, Pernell Whitaker, i fratelli Vitaly Klitschko e Wladimir Klitschko, Fernando Vargas e Paulie Ayala, per citare alcuni. Souza aveva 77 anni ed è rimasto vittima di un cancro alla prostata. La circostanza ci porta alla mente altre figure che hanno reso un importante servizio all’angolo di un quadrato. Al Silvani, italo-americano amico intimo dei Frank Sinatra, viene ricordato più come allenatore che come cutman. Ma lui si adoperò nel mondo del pugilato professionistico quando la commistione tra le due attività era fortissima. Come uno dei più ricercati formatori nel settore, Silvani allenò oltre venti campioni del mondo, tra i quali Jake LaMotta, Henry Armstrong, Carmen Basilio, Fritzie Zivic, Pone Kingpetch, Rocky Graziano, Ingemar Johansson e Lou Ambers. Silvani è stato agli angoli anche di Cisco Andrade Al Tribuani, Alexis Arguello, Billy Backus, Nino Benvenuti, Tom Bogs, Mustafa Hamsho, Eddie Machen, Tami Mauriello, Buster Mathis, Floyd Patterson e Cleveland Williams. Silvani morì nel 1996 all’età di 85 anni, dopo essere stato anche attore (Da qui all’eternità con Paul Newman nel ruolo di Rocky Graziano, in Rocky, Rocky II e Rocky III con Sylvester Stallone), stunt man, consigliere tecnico di molti attori come Robert De Niro nel suo ruolo di pugile (Jake LaMotta) in Toro Scatenato. La sua fama lo portò all’inserimento nella World Boxing Hall of Fame. Un altro grande autentico “cutman” è stato Ralph Citro, americano figlio di foggiani, che nel 1981 ha dato vita all’ultimo dei record-book di pugilato in circolazione, denominato Computer Boxing Update, oggi chiamato FightFax. Citro, ex pugile dilettante, iniziò la collaborazione con i pugili come allenatore. Poi intraprese una fulgida carriera di cutman che gli permise di servire in oltre 130 campionati del mondo. Nel 1983, l’italo-americano venne proclamato “Uomo dell’Anno” dalla United States Boxing Association. Nel 1989 fu associato nella New Jersey Boxing Hall of Fame. Nel 1992 ricevette il premio denominato Boxing Writers Association of America's James J. Walker, per il lungo e meritevole servizio reso al pugilato. Nel 2001 approdò nella International Boxing Hall of Fame. Si spense nel 2004 all’età di 78 anni. Lo stesso anno cessò di vivere una altro prominente “cutman” Dennie Mancini, inglese di origine italiana. Aveva 71 anni quando Anthony Luigi Mancini, come risultava all’anagrafe, lasciò nella prostrazione molti pugili e managers britannici. Mancini seppe muoversi anche come manager, promoter, trainer ed agente. Nel 2009, alla veneranda età di 92 anni, ha smesso di pompare il cuore di Chuck Bodak, nato col nome di Vasil che, insieme al cognome, tradisce la sua origine europea. Dopo la carriera dilettantistica, invece di passare professionista, Bodak decise di dedicarsi all’insegnamento del pugilato. In una intervista precisò che preferiva definirsi boxing teaching (insegnante di boxe) in luogo di trainer (allenatore), perché ai pugili si insegna, mentre l’allenamento viene dedicato agli animali. Poi decise di dedicarsi all’attività di cutman ed iniziò come autodidatta. La dedizione lo portò a lavorare con oltre 60 top fighters inclusi Muhammad Ali, Thomas Hearns, Julio Cesar Chavez, Evander Holyfield e Oscar De La Hoya. Una delle caratteristiche uniche di Bodak fu quella di portare la foto dei suoi pugili sulla fronte prima di combattimenti. Tra le diverse onorificenze riservate a Bodak ricordiamo il suo inserimento nella World Boxing Hall of Fame. Un’icona vivente di cutman è Miguel Diaz, argentino che vanta la sua italianità per parte di madre, trapiantato negli Stati Uniti per esaltare le sue qualità. Lo ricordiamo come cutman di Manny Pacquiao e di tantissimi altri campioni del mondo tra i quali citiamo Miguel Angel Cotto, Erik Morales, Kelly Pavlik e Sultan Ibragimov. Per ritornare alla figura di Federico Catizone ed al suo desiderio di affermarsi come cutman, dobbiamo premettere che in Italia questa attività non ha alcuna tradizione. Solitamente questo grave compito viene assolto dall’allenatore o dal manager. Adoperarsi per soffocare improvvidi rivoli di sangue o bloccare l’insorgenza di ematomi non è semplice. Anzi, molte volte, se non si hanno mani esperte per intervenire, si possono compromettere o aggravare situazioni che altrimenti sarebbero risolvibili. Abbiamo avuto conoscenza di una persona capace in questo delicato campo della quale vogliamo parlare. Finalmente possiamo citare in questa professione un italiano, un italiano autentico e non un oriundo come abbiamo ricordato in questo servizio. Come detto in precedenza ci riferiamo a Federico Catizone, romano, che ha voluto fondere la passione per il pugilato con la sua professione di strumentista di sala operatoria, con una esperienza accumulata in 15 anni di attività. Federico crede molto in questo esercizio professionale con i pugili che va sotto il nome di cutman. Per farlo sempre meglio frequenta due palestre capitoline, le più gloriose della capitale, per usare la sua espressione, dove, insieme ai pugili ed agli insegnanti forgia meglio le sue competenze specifiche per tradurle in risultati all’angolo. Federico ha realizzato il sito web www.cutman.it (dove si può sapere di tutto, dell’uomo e della sua professione) per proporsi al mondo del pugilato professionistico e, dopo innumerevoli esperienze in combattimenti di contorno, ha esordito all’angolo di Daniele Petrucci in occasione della sfida prima sfida europea con Leonard Bundu. Ha lavorato all’angolo di Manuel Ernesti nella sfida con Emanuele Blandamura. Ultimamente anche Massimiliano Buccheri e Riccardo Lecca si sono avvalsi della sua presenza all’angolo. Anche la professione di cutman deve trovare spazio nell’attività pugilistica italiane e vogliamo auspicare che Federico Catizone possa proseguire in questo suo delicato compito, agevolando le prestazioni dei pugili che vorranno servirsi del suo sostegno. Chi volesse prender contatti con Federico lo può fare attraverso il suo sito www.cutman.it o telefonare al numero 347 3857494. Primiano Michele Schiavone |
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